Bergoglio cambia il mondo Ma la Turchia lo insulta: «Filo-nazi» e «anti-islamico»
14 Aprile 2015 - 07:00Botta e risposta tra Vaticano e Turchia e tensione altissima nelle relazioni diplomatiche tra i due Paesi all'indomani delle parole pronunciate dal Papa, domenica a San Pietro, sul massacro dei cristiani armeni nel 1915 definito da Bergoglio «un genocidio». «La storia è stata strumentalizzata per fini politici», attacca l'ambasciatore della Turchia presso la Santa Sede, richiamato ad Ankara in segno di protesta. Ma il Papa va avanti sulla sua strada e la diplomazia vaticana firmata da Bergoglio a volte tenuta sotto traccia, altre volte più aperta ha portato finora i suoi frutti. Lo si è visto nelle relazioni Cuba-Stati Uniti, nella crisi tra Ucraina e Russia, nel ruolo della Santa Sede in Iraq e Kurdistan, nelle dure prese di posizione del Pontefice contro l'Isis e in difesa dei cristiani perseguitati. Scelte coraggiose quelle di Papa Francesco, apprezzate da molti per schiettezza e trasparenza.
La reazione della Turchia sulla questione del genocidio armeno era tuttavia attesa. «Il genocidio è un concetto giuridico afferma l'ambasciata turca presso la Santa Sede - le rivendicazioni che non soddisfano i requisiti di legge, e anche se si cerca di spiegarle sulla base di una diffusa convinzione, restano calunnie. Tutto questo è deplorevole».
Dopo aver richiamato l'ambasciatore ad Ankara e aver convocato il nunzio monsignor Lucibello per esprimergli la forte irritazione del governo, Ankara pensa ad altre misure nei confronti della Santa Sede. Le dichiarazioni del Papa sono «senza fondamento» e «non valgono nulla per i turchi e la Turchia», ha ammonito il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu, definendo le parole di Bergoglio «inaccettabili»: «Le dichiarazioni del Papa rivelano una discriminazione dei musulmani e dei turchi di fronte ai cristiani. Sfortunatamente la storia è stata fatta strumento della politica. Prima di qualunque altra cosa un uomo religioso avrebbe dovuto dare un messaggio di fratellanza, pace e tolleranza di fronte alla recente avanzata di razzismo, discriminazione, xenofobia e intolleranza». Anche il premier turco ha definito le parole di Papa Francesco «inappropriate» e «faziose». E il Gran Mufti Mehmet Gormez, la principale autorità religiosa islamica sunnita turca, ha attaccato: le dichiarazioni di Bergoglio sono «senza fondamento» e ispirate da «lobby politiche». Infine, il ministro per gli Affari europei turco, Volkan Bozkir, ha accusato il Papa che viene dall'Argentina, un Paese ha detto - che «accolse i nazisti, gli autori dell'Olocausto degli ebrei».
Bergoglio tuttavia va avanti sulla propria strada e anzi nella messa mattutina, seppure senza far riferimento alla vicenda, ha mandato una stoccata alla Turchia. «Il cammino della Chiesa è quello della franchezza, di dire le cose con libertà, senza avere paura». Una posizione apprezzata dalla chiesa cattolica in Turchia. «Sorpresa da parte di tutti, irritazione dei musulmani e qualche imbarazzo fra i cristiani», ha commentato monsignor Louis Pelatre, vicario apostolico dell'arcidiocesi di Istanbul, che ingloba anche Ankara. E sostenuta anche dal patriarca armeno, Nerses Bedros XIX. «La strategia del governo turco per impedire che si parli del genocidio armeno sta fallendo ha detto in una intervista all'agenzia cattolica Fides per questo c'è nervosismo e le reazioni diplomatiche della Turchia sono così dure.
Ma il Papa ha parlato seguendo la sua coscienza e nessuno può pretendere di far tacere la sua coscienza».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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