I dati della pandemia non lasciano dubbi: è la terza ondata. E chi ha fortemente voluto, e poi sostenuto, l'arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi oggi si rasserena sapendo che le migliori forze sono in campo per affrontare quello che - si spera - sia l'ultimo ostacolo. Tra questi c'è anche Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia non si nasconde le difficoltà del momento e come i suoi accetta il sacrificio delle chiusure come «strumento necessario». Il presidente di Forza Italia, però, continua a ricordare ai suoi più stretti collaboratori che la luce in fondo al tunnel già si intravede. Non fosse altro, dice, per il fatto che il piano vaccini messo in piedi dal generale Figliuolo per conto del governo rispecchia in buona sostanza proprio il progetto avanzato da Forza Italia, con l'obiettivo (ambizioso ma possibile) dei cinquecentomila vaccinati al giorno.
E sui criteri per comporre le liste di attesa per le vaccinazioni Berlusconi non ha dubbi e ai suoi più stretti collaboratori continua a ripetere: «L'ordine anagrafico è giusto, ma naturalmente va derogato per alcune categorie a rischio o comunque essenziali per la cura dei malati e il funzionamento del sistema-Paese».
L'arrivo di Draghi e del governo di unità nazionale consente di realizzare ciò che da tempo Berlusconi chiedeva a Conte: bene i sacrifici e le chiusure ma con risarcimenti tempestivi e con un buon piano vaccinale. Ora tuo questo è possibile e i media parlano di svolta del centrodestra che abbandona la sua visione «aperturista». «Avremmo preferito certamente parlare di riaperture e ci toglie il sonno aver dovuto sospendere le lezioni in presenza per moltissimi ragazzi - commenta il ministro Mariastella Gelmini in un'intervista al Corriere della Sera -, ma mi sentirei in imbarazzo a dire che va tutto bene, quando da inizio anno abbiamo avuto oltre 25 mila morti. Oggi però abbiamo una forza in più, i vaccini. Quando siamo arrivati se ne facevano 80 mila al giorno, nella scorsa settimana si è superata quota 200 mila e mediamente siamo passati a 170 mila al giorno. Stavolta le chiusure servono a rendere possibile la ripartenza del Paese, perché abbiamo un vero piano vaccinale e in settimana approveremo il decreto Sostegni». Quest'ultimo decreto è la pietra angolare del cambio di passo e lo stesso coordinatore azzurro, Antonio Tajani ne sottolinea l'importanza. «Ora però bisogna fare di più: serve un nuovo scostamento di Bilancio da almeno 20 miliardi». Vanno incrementate le risorse, dice, per dare ulteriori risposte al Paese che sta soffrendo. «Puntiamo - aggiunge - a una pace fiscale. Occorre una tregua in questa fase: stop fino a fine anno all'invio delle cartelle esattoriali, sì al Saldo e stralcio e blocco delle rate della rottamazione-ter».
Nell'agenda di governo deve entrare anche il merito, aggiunge il ministro Renato Brunetta cui è affidato il compito di riformare la pubblica amministrazione. «Abbiamo lo strumento nuovo dei 209 miliardi - spiega Brunetta ospite di Lucia Annunziata su Raitre -e ce li danno se li spendiamo bene. Per spenderli bene serve un capitale umano efficiente.
Dobbiamo cambiare la selezione, aumentare il numero e reclutare i migliori». Brunetta ha anche assicurato che non diminuiranno i dipendenti pubblici (ora 3,2 milioni) ma che ripartirà presto il turnover al 100 per cento.
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