«Sento che il traguardo è a un passo». Silvio Berlusconi saluta il nuovo anno con una intervista al Corriere dell'Umbria, ma anche con un tweet spiritoso in risposta alla vignetta di Giannelli che sul Corriere della Sera lo ritrae mentre si guarda in uno specchio in cui un 81 si trasforma in un 18. Un riferimento all'età percepita che il presidente di Forza Italia accoglie con ironia: «Non ho nulla da eccepire», scrive sul social network, aggiungendo una faccina sorridente. Nell'intervista c'è spazio anche per un aneddoto sul suo rapporto con l'Avvocato (si racconta che essendo entrambi abituati a dormire poco e svegliarsi molto presto a volte si sentissero telefonicamente nelle primissime ore della mattinata). «Nel 1994 andai a spiegare all'avvocato Agnelli, le ragioni per le quali ero costretto a scendere in campo. Mi ascoltò con molta cortesia e mi fece molti auguri. Poi, con i suoi collaboratori, commentò: lasciamolo fare, se vince abbiamo vinto tutti, se perde ha perso solo lui». Berlusconi torna anche a puntare il dito contro la transizione dalla lira all'euro: «L'introduzione dell'euro con quelle modalità e a quei valori improvvidamente accettati da Prodi, ha dimezzato i redditi e i risparmi degli italiani», è l'affondo contro l'allora presidente del Consiglio. Un attacco che suscita la reazione del Professore: «È surreale che Silvio Berlusconi punti il dito accusatorio per la gestione dell'introduzione dell'euro. E ci sarebbe da ridere perché fu proprio il suo governo che non volle gestire questa fase come invece avvenne in tutti gli altri paesi». Lo appoggiano il dem Maurizio Martina che attacca Berlusconi sostenendo che «fu il suo governo a non volere le commissioni di controllo e l'obbligo dei doppi prezzi esposti» e il super-europeista e promotore di una lista pro-Ue con Emma Bonino, Benedetto Della Vedova per il quale «con Berlusconi e Salvini l'Italia giocherebbe in serie B, noi vogliamo un'Italia da serie A, un'Italia europea».
Al di là delle polemiche elettorali, lo sguardo del presidente di Forza Italia è diretto soprattutto sulle scadenze sempre più imminenti in vista delle Politiche. Entro il 19 gennaio andranno, infatti, presentati i contrassegni e dovrà essere definita la coalizione. Entro il 20 dovranno essere scelti i candidati «comuni» da schierare nei collegi uninominali. Entro il 29 dovranno essere presentate le liste. I coordinatori regionali hanno stilato una prima bozza, «un semi-lavorato», dicono dal partito, già consegnata commissione ristretta (composta da Renato Brunetta, Paolo Romani, Niccolò Ghedini, Gregorio Fontana e Sestino Giacomoni). Berlusconi a sua volta continua a vagliare molti curricula e inserirà parecchi nomi nuovi nella quota proporzionale. Nei prossimi giorni incontrerà i coordinatori regionali per confrontarsi direttamente con loro. C'è la consapevolezza che la finestra temporale è sempre più stretta. Per questo si sta lavorando a un summit che possa produrre al più presto un «decalogo» di priorità condivise dai partiti della coalizione (in questo senso si sente il vuoto lasciato dalla scomparsa di Altero Matteoli nel lavoro di raccordo con gli alleati, ora è Ghedini sempre più attivo). A complicare il mosaico c'è anche la norma di legge che prevede la quota del 40% delle candidature riservate alle donne.
Il primo incontro tra gli alleati riguarderà sicuramente la delicata questione del candidato per le Regionali del Lazio. Contatti sull'asse Tajani-La Russa ci sono stati anche nelle ultime ore.
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