Ad Arcore Silvio Berlusconi riunisce il Direttivo di Forza Italia. «Il governo è inadeguato e irresponsabile, lo dimostra il caso Ilva. Dobbiamo prepararci al voto», dice in sostanza al vice Antonio Tajani, alle capigruppo Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini, a Sestino Giacomoni. C'è da rilanciare il partito, anche con manifestazioni in vista delle prossime Regionali. Da mantenere dritta la barra moderata tra gli alleati sovranisti nell'opposizione al governo, anche con la racconta firme sul tetto alle tasse in Costituzione. Da contrastare malesseri interni e campagne acquisti renziane: «Serve compattezza. Qualunque alternativa a Fi, come si è visto, non ha alcuna prospettiva politica». Ma il Conte 2 «sembra al capolinea».
Il Cavaliere è preoccupato se vede stranieri scappare dall'Italia, come a Taranto e per lui la colpa del disastro è tutta del governo. Della «drammatica vicenda» che squassa la più grande acciaieria d'Europa parla in un'intervista a Milano Finanza, dicendo che i giallorossi non fanno «nulla per lo sviluppo e per il lavoro». Per il leader di Fi, bisogna continuare la lotta «contro l'oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria» e aspettare il voto, per riportare «al governo il centrodestra, che rappresenta la vera maggioranza degli italiani e in cui noi di Fi avremo un ruolo decisivo».
Martedì in Senato Adriano Galliani, Bernini e Gelmini incontreranno i dipartimenti economici azzurri per preparare la contromanovra, con un no a «tasse e manette», a plastic tax, interventi sulle auto aziendali, carcere agli evasori. Il «cambiamento, storico, profondo e totale» che preannuncia Berlusconi potrebbe venire presto, dopo una crisi proprio su manovra o Ilva, tanti sono i motivi di lite nella maggioranza.
Quanto alle tensioni in Fi e alle sirene di Renzi, molti assicurano che sarà «tanto rumore per nulla». La Gelmini spiega al Giornale: «Esodo verso Italia viva? Ma se i sondaggi la danno ferma e Renzi alle prossime elezioni avrà difficoltà a garantire i suoi, figuriamoci gli altri. Certo, fanno una corte serrata ai più scontenti ma lui, che si presenta come novello liberale, vota i provvedimenti del governo, è corresponsabile del disastro dell'Ilva, è sempre a traino del M5s e della sua politica anti-impresa. Come potrebbe un azzurro, che crede nella libera impresa e nella concorrenza, passare in Iv senza tradire i suoi valori? Non vedo la ressa».
Al Senato l'agitazione è maggiore, ma anche qui garantiscono che «ad andare con Renzi potranno essere alla fine un paio di noi, soprattutto chi non viene dalla nostra storia, ma l'idea di creare gruppi autonomi e magari appoggiare il governo è irrealizzabile, i carfagnani non hanno i numeri e neppure il simbolo, come prevede il regolamento». Lei, Mara Carfagna, è appena tornata dal Giappone ma sembra difficile che voglia mettersi a capo della fronda interna. Salvini le ha recentemente proposto di essere candidata governatore del centrodestra in Campania. D'altronde, anche il governatore dem della Toscana, Enrico Rossi diceva pochi giorni fa su Sky: «Renzi ha sbagliato i conti, da Fi non arriverà nessuno a Iv». E l'azzurra Laura Ravetto è ottimista: «Tutti i sondaggi ci danno in crescita. Per morti ci hanno dato per anni e siamo sempre qui».
C'è da sciogliere, in Fi il nodo del voto
in Calabria, il 26 gennaio con l'Emilia Romagna. La candidatura a governatore di Mario Occhiuto sembra in declino per guai giudiziari, ma potrebbe subentrare il fratello Roberto, vice della Gelmini al gruppo della Camera.
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