Berlusconi: "Basta veleni: servono regole condivise"

Il Cav bacchetta i suoi ("troppe dichiarazioni polemiche") e mette i paletti sul programma

Berlusconi: "Basta veleni: servono regole condivise"

Chiusa una finestra si può aprire un portone. Tramontata la possibilità di un ritorno a breve alle urne, Silvio Berlusconi calibra di nuovo l'assetto del timone della barca di Forza Italia. Avanti tutta senza tentennamenti. Mentre i dioscuri (Carfagna e Toti) saranno impegnati nella discussione delle regole che porteranno al congresso di ottobre, il portone che si apre è un percorso a medio termine per ricompattare il centrodestra attorno a una visione di futuro ben preciso, ben delineato e facilmente difendibile nell'agone politico. Già nell'intervista concessa ieri al nostro giornale il Cavaliere aveva chiarito i punti di un programma sul quale non si può cedere nemmeno di un millimetro. «Lotta senza quartiere - spiegava al direttore Sallusti - contro l'oppressione fiscale, contro l'oppressione della burocrazia. E lotta anche all'oppressione giudiziaria». Berlusconi ha infatti individuato in questi «tre mali» il punto debole del nostro Paese, il freno a una crescita più armonica e più vigorosa.

Dal suo buen retiro in Costa Smeralda, dove sabato sera ha partecipato alla festa musicale organizzata dall'Arma dei Carabinieri a Porto Rotondo, ha ribadito ai suoi che si terrà fuori dal dibattito sulle regole che in queste ore sta infuocando la discussione interna (primarie «aperte» o primarie «chiuse»?). E ha anche bacchettato quanti hanno preferito offrire dichiarazioni ai cronisti per intervenire sulle questioni del partito invece che sedersi attorno a un tavolo e confrontarsi.

L'amarezza della finestra elettorale chiusa («Avevo sperato che la Lega mettesse fine al peggior governo della storia italiana») si può trasformare nella speranza di qualcosa di più proficuo. Qualcosa che ha anche a che fare con la sponda europea. Berlusconi tornerà a Strasburgo già dalla prossima settimana ed è lì che il ruolo di Forza Italia può diventare essenziale per la ricomposizione di un asse portante di centrodestra. La presidenza della Commissione europea è ancora nelle mani del Partito popolare e quindi il Cavaliere si offre come tramite nei confronti dell'ala sovranista della coalizione. Con il tempo l'astro salviniano potrebbe sbiadire e l'abbrivio della Lega nei sondaggi perdere forza. Segno che venendo a mancare alcuni punti forti del programma leghista, ora depotenziati dei freni grillini (autonomia, tav e flat tax), si può ricollocare in una posizione più centrale (e meno populista) l'asse della coalizione. E Berlusconi vuole quindi giocare da protagonista di questa nuova sfida. Pur benedicendo le primarie e auspicando pieno successo di un congresso davvero radicale e riformatore, il Cavaliere tiene salda la bussola liberista e liberale della sua proposta spiegando che il successo della proposta politica funziona solo se il partito sa mantenersi unito e popolare.

«Contro il blocco populista serve una proposta politica nuova - commenta Gianfranco Rotondi, attento osservatore delle mosse del Cavaliere - e Berlusconi ha mente e cuore giovani, può osare di più in questa fase matura della sua esperienza pubblica. Quanto alle primarie serviranno solo a eleggere il segretario di Berlusconi».

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