Berlusconi blinda Bertolaso «È il miglior sindaco per Roma»

Il leader azzurro concede qualche giorno alla Lega ma non ci sarà dietrofront sul nome «È un campione del fare, i romani non sono stupidi». L'ipotesi di un ruolo in politica

Berlusconi blinda Bertolaso «È il miglior sindaco per Roma»

Berlusconi blinda Bertolaso e nel centrodestra è tregua armata. Poi il Cavaliere va all'attacco di Renzi, ormai alle corde. Berlusconi concede qualche giorno al capo della Lega ma una cosa è certa: sul candidato sindaco di Roma non è disposto a fare marcia indietro. Lo dice prima in un'intervista al Tempo e lo ribadisce al Tg5: «Le inchieste giudiziarie su Bertolaso non hanno alcun fondamento, l'ho appurato personalmente studiando i dossier che lo riguardano - giura - Non saranno un ostacolo quindi né per lui e nemmeno per me, che lo sosterrò nella campagna elettorale con l'assoluta convinzione che sia davvero il miglior candidato possibile per risolvere i problemi di Roma.

I romani non sono stupidi. È un campione del fare».Salvini, dal canto suo, continua a non essere convinto perché pare che i sondaggi lo diano perdente: «A Roma io ho parlato con tante persone che mi dicono: Salvini, di te mi fido, ma perché Bertolaso? Dice poverini i rom, sono stati penalizzati; dice anche che avrebbe votato il candidato di sinistra... Io mi fido di Berlusconi e di Meloni ma è nostro dovere ascoltare tutti, aspettare una settimana, dieci giorni. Con Berlusconi ci siamo aggiornati a settimana prossima. Una telefonata cordiale, ci siamo confrontati. Non voglio rompere alleanze ma voglio il miglior candidato possibile in ogni città». Berlusconi è talmente filobertolasiano che nel Palazzo si giura che, anche se dovesse perdere alle elezioni, per l'ex capo della protezione civile c'è già un ruolo di prima fila per lui all'interno di Forza Italia. Giorgia Meloni, invece, conferma la sua ira: «Basta vertici a tre se poi il giorno dopo si dicono in pubblico cose diverse da quelle dette in privato».

E rilancia le primarie anche «a Roma, Napoli, Bologna, Torino e le altre città».Ma alle beghe con gli alleati il Cavaliere preferisce andare all'attacco del premier: «Renzi guida l'Italia senza aver preso la patente che solo le elezioni ti possono dare. Lui non ha mai vinto le elezioni, anzi, non si è mai neppure presentato alle elezioni e il suo governo è minoranza nel Paese e lo sarebbe anche in Parlamento se non fosse per 50 senatori eletti nel centrodestra che hanno tradito il voto degli elettori». L'affondo: «In questi giorni celebra il giorno della presa del potere, come si fa nei regimi. Nei Paesi democratici, invece, si festeggia il giorno delle elezioni». Ma c'è un altro aspetto inquietante: i due pesi e le due misure utilizzate per Renzi. «Credo che il giudizio definitivo su Renzi lo abbia ormai dato il Financial Times, che fa una disamina impietosa dei fallimentari risultati del suo governo: più poveri, meno sicurezza, più tasse e debito pubblico. Il Financial Times ha concluso dicendo che la fortuna di Renzi è finita».

Però, sottolinea il Cavaliere: «Una volta quando il Financial Times criticava il nostro governo era considerato una fonte autorevolissima dai giornali italiani. Ora non lo ha ripreso nessuno, mi domando se questo non sia un regime...».

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