Roma - «Una farsa». Chi ha avuto occasione di sentire Silvio Berlusconi negli ultimi giorni lo ha trovato piuttosto tranchant su un tema che, come è noto, non l'ha mai appassionato più di tanto. L'ex premier, va detto, in queste settimane sta tenendo la testa soprattutto sulle vicende internazionali, senza dimenticare i provvedimenti dello Sblocca Italia che ha deciso di vagliare personalmente. Detto questo, gli appuntamenti elettorali impongono di riprendere in mano il dossier primarie, argomento su cui in Forza Italia ci si divide ormai da mesi in due diverse scuole di pensiero. Da una parte Berlusconi e buona parte dei big azzurri, convinti della sostanziale inutilità dello strumento e più favorevoli ad una stagione congressuale per selezionare la nuova classe dirigente. E dall'altra Raffaele Fitto e chi si è schierato con lui, i teorici delle primarie come mezzo per ridare linfa al partito sul territorio.
Arrivati a settembre, dunque, si ricomincia da dove si era rimasti a luglio. Con le elezioni regionali della Calabria e dell'Emilia Romagna che sono però sempre più vicine (si terranno a novembre), mentre nella primavera 2015, toccherà a Campania, Puglia, Veneto, Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Umbria e Marche. Proprio in Puglia, Fitto ha deciso di mettersi avanti con il lavoro e ha già riunito a Monopoli tutti dirigenti pugliesi di Forza Italia formalizzando l'intenzione di tenere le primarie con Ncd, Udc, FdI e società civile. Mentre nelle altre regioni è tutto fermo. Soprattutto in Calabria (l'Emilia Romagna è data per persa), dove è in corso un braccio di ferro tra la coordinatrice regionale Jole Santelli e il fittiano Pino Galati. La spunterà la prima, forte di un solido rapporto con l'ex premier e, soprattutto, anche lei decisamente contraria alle primarie. Proprio giovedì scorso la Santelli ha incontrato Berlusconi a Palazzo Grazioli e gli ha ribadito di puntare tutto sull'attuale presidente della provincia di Catanzaro, Wanda Ferro (sostenuta anche da Maurizio Gasparri e dal governatore uscente, ora Ncd, Giuseppe Scopelliti). E all'ex premier la Ferro - i due si sono incontrati anche di recente - non dispiacerebbe affatto (avrebbe anche scherzato sull' appeal della sua erre arrotata).
La linea di Berlusconi, dunque, non cambia. Perché il leader di Forza Italia resta convinto che le primarie siano «uno strumento che ha dimostrato di portare avanti non il migliore o il più efficace ma il più demagogo». Ecco perché a Palazzo Grazioli si è deciso di insediare una commissione ad hoc per selezionare i candidati e vagliare le alleanze in vista delle prossime tornate amministrative. Si riunirà lunedì alle 15, la presiede Altero Matteoli e ne fanno parte Renato Brunetta, Paolo Romani, Denis Verdini e Giovanni Toti oltre che il segretario della conferenza dei comitati regionali Sestino Giacomoni. Mercoledì, invece, è in programma una riunione con Berlusconi e i coordinatori regionali proprio per affrontare il nodo primarie. Che rischia di finire all'ordine del giorno di uno dei prossimi uffici di presidenza, visto che su questo fronte la tensione rischia di alzarsi nelle prossime ore.
Magari già domani, quando ad «Everest014» - la tre giorni azzurra organizzata a Giovinazzo (Bari) - si siederanno sullo stesso palco Gasparri, Romani, Fitto e Francesco Storace. Il titolo della sessione è «Il futuro del centrodestra» ed è probabile che l'ex governatore pugliese non perda l'occasione per insistere sul fronte primarie.
Cosa ne pensino il resto dei big di Forza Italia lo si coglie dalle parole di Toti. Che proprio ieri da Giovinazzo le ha sostanzialmente bocciate. «Non sono particolarmente affezionato alle primarie in sé. Sono - spiega il consigliere di Berlusconi - uno strumento, non il fine».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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