Roma - Nel Transatlantico di Montecitorio torna in voga, tra gli azzurri, la parola chiave «irretroattività». Si parla della legge sui vitalizi e del rischio di incostituzionalità denunciato da Forza Italia, ma il termine non può non evocare la grande speranza del partito: quella che la Corte di Strasburgo bocci la legge Severino, proprio per l'applicazione retroattiva, e renda di nuovo eleggibile il leader Silvio Berlusconi.
Intanto si lavora all'unità del centrodestra sulla legge elettorale, nella speranza che il nuovo appello di Sergio Mattarella smuova Pd e M5S. La seconda riunione alla Camera dei partiti del polo trova un primo accordo sul premio alla coalizione. «La base è sempre il sistema proporzionale alla tedesca», spiega l'azzurro Francesco Paolo Sisto. Ma Ignazio La Russa di Fdi aggiunge: «Nessuno è contrario ad un premio non alla lista, ma alla coalizione e con la soglia non del 40 per cento ma del 37. Certo, siamo solo ai titoli di apertura, per arrivare a quelli di coda ci vorrà tempo». La Lega non dice no, ma avverte che bisogna accertare se davvero c'è la volontà di riprendere il cammino della riforma interrotto a giugno. «Altrimenti- dicono Massimiliano Fedriga e Giancarlo Giorgetti -, a ottobre chiediamo il voto con il Consultellum».
Il Cavaliere insiste sul modello tedesco, ma non è disposto per questo a sacrificare le alleanze. Il confronto alla Camera tra Fi, Lega, Fdi e i fittiani serve a smorzare le differenze, anche se il provvedimento potrebbe ripartire dal Senato. Mercoledì, alla nuova riunione, ci sarà la prima bozza di un accordo unitario, per mettere insieme rappresentatività del proporzionale e governabilità del premio alla coalizione. Ci lavorerà una Commissione di esperti nelle prossime settimane, per arrivare ad un testo condiviso dopo la pausa estiva.
Tra i deputati azzurri, che si confrontano nel salone di Montecitorio, si ragiona anche sulle future liste. «Qualcuno è preoccupato - dice Sestino Giacomoni, uno dei più vicini a Berlusconi- per timore di non essere ricandidato per far posto a qualche ex pentito o a qualche new entry. In realtà non ci sono problemi: abbiamo calcolato che dovremmo raddoppiare la quota di deputati, da 50 a 100, mentre il Pd ne perderebbe giusto 100, senza il bonus di maggioranza».
Ma per avere la candidatura bisogna pagare le quote al partito. I parlamentari si stanno rapidamente mettendo in riga, ma ieri a Palazzo Grazioli, Niccolò Ghedini e Giacomoni hanno avvisato anche i coordinatori regionali del nord, dopo quelli del centro-sud, che non c'è posto per i consiglieri regionali che non pagano.
Il Cavaliere vuole un partito rinnovato, più radicato sul territorio e più vicino alla società civile. Per questo, continua i suoi incontri con manager, professionisti, agricoltori, animalisti, associazioni di categoria. E cerca, appunto, volti nuovi da candidare, che gli somiglino un po': uomini di successo, capaci e competenti nei loro settori.
Intanto, cerca di placare gli animi in Sicilia, dove Fi è divisa, in un incontro con il commissario Gianfranco Micciché, mentre in Liguria il governatore Giovanni Toti prepara per domani gli «Stati generali degli amministratori liguri del centrodestra».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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