
Berlusconi torna in prima linea e gioca a scacchi con Renzi. La mossa sarebbe quella di cercare di aprire una trattativa col governo sul Senato elettivo, facendo sponda con la sinistra dem. Una mossa che metterebbe in difficoltà il premier che a Palazzo Madama non ha i numeri bulgari come invece ha alla Camera. Una partita complicata ma che potrebbe nuocere al presidente del Consiglio che sulle riforme ha puntato tutto. Il leader di Forza Italia, però, non intende dare una mano a Renzi e ribadisce che la linea è quella dell'opposizione. Niente riedizione del Nazareno sui prossimi appuntamenti: riforma della scuola, riforma della Rai e, appunto, riforme costituzionali. Con buona pace di Denis Verdini, sempre più malpancista e nostalgico del patto.
Proprio Verdini viene descritto in «fibrillazione», con il telefonino attaccato alle orecchie quasi ventiquattro ore al dì a cercare adepti. A Palazzo Madama, dove si gioca la partita fondamentale, l'ex coordinatore del Pdl non ha i numeri per fare un gruppo autonomo. Servirebbero dieci senatori ma quelli disposti a seguirlo si contano con le dita di una mano. Sarebbero Riccardo Mazzoni, Riccardo Conti e Riccardo Villari. A cui si aggiunge il tandem Sandro Bondi - Manuela Repetti che hanno già detto addio a Forza Italia. Verdini cerca di pescare anche nel gruppo Gal (si dice senza successo, ndr ) e tra gli alfaniani. Tra questi ultimi, nonostante i malumori interni non manchino, nessuno è però disposto a imbarcarsi in un'avventura con Denis. «E perché poi? Tanto vale appoggiare il governo standoci dentro», è il ragionamento degli alfaniani. A fronte di una sorta di campagna acquisti da parte di Verdini, Berlusconi fa lo stesso e sente alcuni senatori titubanti.
Sarà lui stesso a dare la linea e fare il punto della situazione la settimana prossima quando sarà a Roma per incontrare sia i deputati sia i senatori. Il messaggio che vuol far arrivare ai suoi parlamentari è quello rassicurante: non si andrà al voto prima del 2018. Ergo: è inutile correre in soccorso di Renzi temendo le elezioni anticipate e quindi la perdita del seggio. Si andrà avanti cercando di strappare qualche concessione al governo ma senza fare da ciambella di salvataggio. Con Verdini, in ogni caso, sarà previsto un faccia a faccia chiarificatore.
Nonostante l'ex coordinatore sia in rotta di collisione con la linea ufficiale del partito, Berlusconi non ha con lui lo stesso atteggiamento avuto con Fitto. Quest'ultimo ha consumato lo strappo - con grande sollievo del Cavaliere - ma non ha numeri sufficienti per dar vita a un gruppo autonomo anche alla Camera.
E nonostante non manchino i contatti con lo stesso Verdini, tra i due le strade non possono che divergere. Uno, Denis, non vede l'ora di dar manforte a Renzi; l'altro, Raffaele, ha costruito la sua pattuglia sull'antirenzismo.