Berlusconi dà la carica: «Con Giorgia e Matteo vinceremo le elezioni»

Il leader di Forza Italia conquista la piazza esalta la rinnovata compattezza del centrodestra e lancia la sfida a Renzi e a «traditori e abusivi»

nostro inviato a Bologna

«Ho fatto proprio bene a venire» sì, sono soddisfatto. L'unità del centrodestra è la priorità e anche la foto finale, io, Matteo e Giorgia assieme... Vedrete che avrà un impatto positivo». È il commento a caldo di Berlusconi, appena sceso dal palco di Bologna in versione «tridente». Poi commenterà allo stesso modo con Salvini, sentito al telefono per ringraziare dell'invito.

Berlusconi, con i suoi al ristorante «Panoramica» di Bologna a rifocillarsi con tortellini, mortadella e torta di riso, via cellulare ammette a Salvini: «Scusa Matteo, forse sono stato un po' troppo lungo... Ma mi ha fatto piacere esserci e anche tu e Giorgia siete stati bravissimi».

In effetti Berlusconi è quello che parla di più: 27 minuti contro i 15 della Meloni e del «padrone di casa» Salvini. Ai suoi confida: «Considerando che la piazza non era nostra, sono molto soddisfatto dell'accoglienza». Soddisfatto. Alla piazza, invece, si dice «Commosso». «Commosso perché ritorno davanti alla nostra gente dopo 3 anni di assenza. Come sapete mi hanno consegnato ai servizi sociali e impedito di comunicare. Avete visto cosa hanno fatto: hanno tolto di mezzo uno dei leader dell'Italia moderata».

Il Cavaliere cerca il rapporto empatico con un popolo, quello verde, difficile da conquistare. Ma Berlusconi lo sa e pigia sul tasto degli affetti: «Sono qui con gli amici degli ultimi vent'anni: Calderoli, Zaia e Bossi... A cui sono affezionato davvero. Lui ha un coraggio straordinario». Applausi. La piazza si scalda ma il boato arriva quando Berlusconi elogia Salvini: «Bravissimo: ha portato la Lega dal 4% a più del 14%. Complimenti vivissimi».

Ma l'ex premier non è geloso del successo del Carroccio e ragiona in termini di coalizione di centrodestra: «Questo consente di guardare al futuro con ottimismo. Uniti vinceremo le prossime elezioni. Con Matteo, Giorgia e Silvio non ce ne sarà più per nessuno. Conquisteremo noi il premio di maggioranza in Parlamento». Cita i sondaggi che «dicono che Renzi, da gennaio, è sceso di 10 punti. Salvini è salito al 26,7% mentre Meloni è al 16. Io, miracolosamente, sono ancora al 25%. Sommate i numeri e paragonateli a Renzi. Per lui, il mai eletto presidente del Consiglio, non ci sarà storia».

Picchia duro su Renzi, musica per le orecchie leghiste: «Questo signore mai eletto in Parlamento, autocatapultatosi a palazzo Chigi, si regge su 130 deputati abusivi e dichiarati incostituzionali e su 47 senatori che hanno tradito». Il peggio è che, con le sue riforme, «sta costruendo un sistema per cui un solo partito avrà la maggioranza e un solo duce. È un pericolo grave. Siamo a rischio regime».

L'altro pericolo grave è Grillo: «Se vince lui, questo signore e la sua banda di balordi, sarà una tragedia. Fa discorsi identici a quelli che faceva Hitler nel '32 e nel '33. Da qui l'assoluta necessità che il centrodestra ritorni unito».

Quindi sciorina il programma che «dovremo discutere», a suon di domande per dialogare con la piazza: «Siete d'accordo ad abbassare le tasse su famiglia, imprese, partite Iva?». E la folla: «Sììì». «D'accordo a eliminare la tassa sulla prima casa, sui fabbricati e sui terreni agricoli?». «Sììì». «E l'imposta di successione? E quella piovra cattiva che è Equitalia?». «Sìììì».

Parla anche di Europa che «ci impone tasse e austerità» e di «sanzioni alla Russia che ci danneggiano»; ma anche di giustizia di cui «Non ci si può fidare». Affonda su magistratura democratica «che nei loro documenti teorizza la costruzione del socialismo per via giudiziaria».

Tocca il tema caldo della sicurezza «che ormai non c'è più»; e questo perché, ultime domande: «Vi sentiti sicuri nelle vostre aziende, case e negozi?». La piazza risponde e applaude. Ma l'applauso più forte arriva quando la foto di rito ritrae il tridente assieme. Ancora insieme.

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