Berlusconi detta la linea "Serve coalizione unita Bossi eroe, deve restare"

E avvisa Salvini: bisogna sapersi comportare La battuta su Macron: «Ha una bella mamma...»

Berlusconi detta la linea "Serve coalizione unita Bossi eroe, deve restare"

dal nostro inviato a Monza

Si dovrebbe parlare della Brianza, ma il Cavaliere punta dritto su Parigi e sulla première dame: «Il neopresidente ha una bella mamma che lo portava in braccio sin da bambino». Brigitte viene sistemata con un sorriso, ma Silvio Berlusconi pennella anche l'altra metà della coppia appena insediata all'Eliseo: «Il voto dei francesi non e' stato per Macron, ma contro la Le Pen. Le estreme non vincono». Vale a Parigi, ma anche da noi.

Nel parco di Monza, in una cornice lussureggiante, si presenta il candidato sindaco del centrodestra Dario Allevi, azzurro ma benedetto da tutta la coalizione. Un piccolo modello che si può, anzi si deve esportare ovunque. I giornalisti lo tempestano di domande, lo stuzzicano sul rapporto altalenante con Salvini, gli fanno notare che il fondatore della Lega Umberto Bossi potrebbe andarsene. Lui non si scompone: «Spero che Umberto Bossi rimanga anche per portare Salvini a più miti consigli. Bossi è sempre stato di parola, insieme abbiamo sempre appianato le divergenze e risolto i problemi». Oggi, con Salvini è un'altra musica e del resto i rapporti di forza sono cambiati. E allora il Cavaliere alterna i registri. Tesse un elogio davvero inusuale del vecchio Umberto: «Dopo la grave menomazione che ha avuto, lo definirei una persona eroica». Poi attacca il vincitore del Congresso leghista che era stato brusco, quasi sgarbato nei suoi confronti, uscendosene con un secco «ad Arcore mai con il cappello in mano». «Ad Arcore - replica stizzito il Cavaliere - quando sono venuti hanno trovato una cucina eccezionale, accoglienza cordialissima e le migliori idee in circolazione. L'unità del centrodestra - rimarca - è fondamentale ma bisogna comportarsi in modo corretto ed educato».

Del resto il programma, al di là delle continue schermaglie, è condiviso al 90 per cento. «Quando ci siamo trovati con la signora Meloni e il signor Salvini, loro due hanno eccepito solo su due questioni. La signora Meloni sulle garanzie per i giovani e subito il punto è stato rafforzato, Salvini invece si è dichiarato contrario all'euro. Bene, dall'euro è impossibile uscire, come ha ricordato nei giorni scorsi anche Mario Draghi. Però possiamo introdurre di nuovo la lira per i pagamenti quotidiani, come era la Am lira quando ero giovane. La doppia moneta funzionerebbe e salverebbe il potere d'acquisto del popolo che s'impoverisce sempre di più».

Torna su Monza, ma infila un lapsus e cita Renzi al posto della città. S'interrompe, ridacchia divertito, poi torna a riflettere sui destini dell'Europa: «Io ho una certa esperienza nel valutare le persone e posso dire che dei leader attuali salverei solo la Merkel. Anzi, la assumerei subito». Anche se Salvini non sarebbe d'accordo. Pazienza: «Con lei ho un ottimo rapporto». C'è stato l'incidente diplomatico per le parole non proprio eleganti che Berlusconi avrebbe detto sulla cancelliera. Lui puntualizza: «Quella frase non l'ho mai pronunciata, era semplicemente inconcepibile».

Poi si concentra su Roma e vibra una stoccata al duo grillino Di Battista Di Maio: «Sono due fuori corso, hanno lavorato solo come steward all'Olimpico e al San Paolo per vedere la partita gratis».

Il pubblico applaude, lui ne approfitta per ricordare che il partito è al verde e strigliare i presenti: «Non ci sono i soldi per comprare le bandiere». E per essere più persuasivo passa al dialetto: «Sono finiti i danè».

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