Berlusconi fa il tifo per Zaia e al Sud si blinda con Alfano. Il Cavaliere osserva quello che sta accadendo nella Lega con un moderato ottimismo. Il candidato uscente, Luca Zaia, è forte, funziona, ha ottime possibilità di farcela ma soprattutto continua ad essere un interlocutore privilegiato degli azzurri. Primo perché già oggi governa il Veneto con Forza Italia; secondo perché i contatti diplomatici con il governatore, con in testa il coordinatore veneto Marco Marin, non si sono mai interrotti. E Zaia, che non ha nessuna intenzione di mettere a repentaglio la sua rielezione, nei prossimi giorni continuerà a discutere di alleanze e liste assieme al neo commissario Giampaolo Dozzo, tenendo al tavolo della discussione anche Fi.
Nel Carroccio resta il nodo Tosi che, tuttavia, potrebbe essere la pedina in grado di sbloccare il sudoku alleanze. È innegabile che il sindaco di Verona sia stato messo in un angolo con tanto di ultimatum. Non solo: decidendo le liste il tandem Zaia-Dozzo, Tosi rischierebbe di vedere falcidiati i suoi uomini. A questo punto potrebbe decidere per lo strappo e appoggiarsi a liste civiche, ai centristi di Passera e al Nuovo centrodestra. Ed ecco la possibile soluzione: Tosi, Passera ed Alfano da una parte; Zaia, Forza Italia, Fratelli d'Italia dall'altra. Alfano chiederebbe a Berlusconi di aggiungersi alla compagine centrista tosiana ottenendo un «no grazie». Un rifiuto che, però, non comprometterebbe l'alleanza Forza Italia-Ncd in Campania. Insomma, una mossa che salverebbe Caldoro. Queste le ipotesi a cui si sta lavorando in queste ore con la benedizione da Arcore. A gestire lo spinoso «file» ci sono Marco Marin che si interfaccia con Zaia; Deborah Bergamini che ha un canale privilegiato con Giancarlo Giorgetti e il consigliere politico Giovanni Toti. Naturalmente tutto si tiene e se si trovasse la soluzione per il Veneto, a cascata si potrebbero sbloccare anche le altre Regioni. In Liguria, per esempio, Forza Italia potrebbe convergere verso il candidato forte della Lega, Edoardo Rixi. In compenso il Carroccio potrebbe fare un passo indietro in Toscana, dove per ora ha lanciato la candidatura dell'economista Claudio Borghi Aquilini, a favore di un azzurro.
La partita è in divenire ma il Cavaliere non può che salutare con favore la scelta di ricandidare Zaia, simbolo del centrodestra che funziona e della Lega dialogante. Toti pigia su questo tasto: «Il Veneto come la Lombardia è un esempio di buon governo - dice -. Tutti dicono che sono buone amministrazioni e allora vorrei capire per quale motivo quel che va bene oggi non va bene domani per i cittadini...». Idem Marco Marin: «Guardiamo con rispetto al dibattito interno agli altri partiti e lavoriamo per una riconferma di Zaia che ha governato bene. Ora Salvini deve decidere se vuole isolarsi o contribuire a rilanciare un centrodestra moderato e liberale di cui Forza Italia è necessariamente il perno».
La quadra non c'è ancora ma i presupposti per una schiarita definitiva per tutte le Regioni in cui si andrà a votare a maggio ci sono tutti. Anche se per ora non è in agenda, poi, non è da escludere un faccia a faccia tra Berlusconi e Salvini nei prossimi giorni.
In fondo i toni usati dal leader del Carroccio non sono affatto ruvidi: «Non ho problemi a parlare con Berlusconi anche se per ora non ho in programma incontri con lui». Di certo il faccia a faccia avverrà ad Arcore perché l'ex premier è ancora convalescente per una microfrattura al malleolo che lo costringe a usare le stampelle.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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