La notizia del giorno non è il fatto che Salvini e Di Maio siano tornati a parlarsi (o almeno non dovrebbe esserlo in un Paese normale dove colleghi di governo e alleati si parlano, si confrontano e si sostengono a vicenda). La novità è la ripresa dei contatti tra il capo della Lega e il leader d Forza Italia. Tra i due c'è stata una lunga chiacchierata. Salvini ha telefonato per informarsi dello stato di salute del Cavaliere (reduce dell'operazione a metà maggio per occlusione intestinale in piena campagna elettorale per le Europee). Il vicepremier e il presidente di Forza Italia hanno, quindi, fatto il punto della situazione. Berlusconi si è detto sempre più convinto del ritorno al voto in autunno.
Ed è per questo che più si acuisce la crisi tra Lega e Movimento 5 Stelle più ritorna in auge l'idea di un centrodestra al governo del Paese, forte di un consenso elettorale crescente. Forza Italia, però, deve serrare i ranghi e scongiurare una diaspora che potrebbe vanificare lo sforzo di riportare il centrodestra a Palazzo Chigi. In questa chiave si legge il lavoro che sta svolgendo in questi giorni Niccolò Ghedini. È lui, infatti, il «pontiere» che sta lavorando per ricucire lo strappo tra Toti e i falchi di Forza Italia. E lo fa con la benedizione dello stesso leader, l'unico a non aver perso ancora la speranza di ricondurre il governatore della Liguria a più miti consigli. L'idea di Silvio Berlusconi è sopire i malumori interni e depotenziare il «fuoco amico» (Giovanni Toti in testa).
L'idea è anche quello di «depotenziare» la minaccia rappresentata dalla costituente di «Italia in crescita (come simbolo è stata scelta una freccia tricolore in campo azzurro), in programma il prossimo 6 luglio in un teatro della Capitale. I bene informati raccontano di un Toti determinato ad andare avanti per la sua strada. Il governatore della Liguria potrebbe infatti dare vista a un nuovo «contenitore moderato» alleato di Fratelli d'Italia e di Lega. La diplomazia azzurra, però, sta lavorando sottotraccia proprio per evitare tagli dagli effetti ancora poco prevedibili. E un primo risultato è la scelta di Galeazzo Bignami, il deputato bolognese - scelto l'anno passato da Berlusconi come commissario di Forza Italia per l'Emilia Romagna, si sfila dal «gruppo» di totiani che dovrebbero aderire al nuovo progetto. Bignami, dicono i bene informati, è solo uno dei tanti che ha dimostrato perplessità sul portare il dialogo tra l'alta di Toti e falchi del partito, dal livello di confronto a quello di scontro. Se la mediazione in corso, riferiscono, dovesse andare a buon fine, potrebbe culminare in un faccia a faccia chiarificatore tra Berlusconi e Toti per avviare il disgelo. «Vedremo se ci saranno le condizioni di aprire un confronto positivo», dice all'AdnKronos un totiano doc, convinto che uno spiraglio per ricucire ci sia. Da tempo, l'ex premier e l'ex direttore del Tg4 non si vedono di persona. Toti, infatti, non è andato al Comitato di presidenza riunitosi qualche giorno fa, a palazzo Grazioli, dove è stato annunciato un Congresso nazionale in autunno.
Anche Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia,
tende la mano a Toti e avverte: «Non possiamo negare l'esistenza di alcuni problemi che dobbiamo affrontare a viso aperto: la strada non può essere la fuga, né la ricerca di scorciatoie o di porti sicuri che non esistono».
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