«L’Italia è un’altra cosa, ma il voto francese conferma che le elezioni si vincono al centro». Silvio Berlusconi non mostra sorpresa per il risultato francese e l’ampia vittoria di Emmanuel Macron, un esito che il presidente di Forza Italia aveva previsto già all’indomani del primo turno. Il suo pensiero il Cavaliere lo affida a una intervista a La Stampa in cui sostanzialmente marca le distanze da entrambi i candidati.
«Amo la Francia, ho studiato e lavorato a Parigi quando avevo vent’anni, sono convinto che abbiamo un destino comune scritto nelle radici latine, cattoliche, europee dei nostri due Paesi. Auguro ai francesi una presidenza in grado di affrontare le drammatiche questioni che oggi si pongono a tutte le grandi democrazie europee: l’immigrazione, il terrorismo, la disoccupazione, la stessa ricostruzione dell’Europa, la cui crisi potrebbe diventare irreversibile». «La Francia rimarrà per l’Italia un partner irrinunciabile. La signora Le Pen è portatrice di valori e di una cultura che non sono le nostre, anche se rappresentano stati d’animo e sensibilità diffusi in larghi strati della popolazione in Europa. Sono sentimenti e ragioni che vanno rispettati e non possono essere sbrigativamente liquidati come populismo. Macron è un brillante tecnocrate che viene dalla sinistra, anche se ne sta innovando lo stile e il linguaggio. Ma questa non è la nostra cultura liberale».
Chi si sbilancia maggiormente è il presidente del parlamento europeo, Antonio Tajani. «Congratulazioni a Macron. Il dato conferma l’indirizzo che sta prendendo l’Europa, prima in Spagna con Rajoy, ora con la vittoria del centro in Francia. Mi sembra sia arrivato un chiaro no al “Frexit” e ci sia una crescita del sentimento di appartenenza europea. Evidentemente di fronte a Brexit, immigrazione e crisi economica i cittadini chiedono protezione. Questo voto è la conferma che l’ondata populista si sta ritraendo. In chiave italiana bisogna dire che ha perso più Fillon dei Repubblicani e in ogni caso si conferma la tesi di Berlusconi: le elezioni si vincono stando al centro». Una tesi fatta propria anche da Renato Brunetta: «Con l’estremismo non si arriva al governo. Il lepenismo e il sovranismo senza una sponda al centro rimangono testimonianza fine a se stessa». Paolo Romani, invece, ritiene «difficile proiettare il risultato sull’Italia».
«In Francia» spiega «non esiste una storia di centrodestra. Da noi non c’è stato il gollismo, Oltralpe non c’è stato il fascismo se non con Petain. In Francia vince un candidato che simboleggia l’enarca (l’Ena è l’Ecole National de Administracion, ndr) e l’establishment, non proprio ciò che di più popolare c’è oggi in Italia.
L’Italia ha una sua tradizione consolidata di centrodestra, quindi quello che mi viene da dire con una battuta è “vive la coalition!”». Infine Alessandro Cattaneo: «Ora Macron dovrà affrontare la prova dei fatti. Auspico una politica economica coraggiosamente liberale, a favore di un’Europa diversa».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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