Si affilano le armi in vista della campagna elettorale. Silvio Berlusconi, che ieri si è confrontato a lungo in un faccia a faccia con Guido Bertolaso, è pronto a scendere in campo e ad «esserci tutte le volte che lo riterrai opportuno». Questo fine settimana il presidente di Forza Italia sarà a Palermo per partecipare a una kermesse organizzata da Gianfranco Miccichè. Poi la settimana prossima sarà a Roma per presiedere la campagna elettorale.La macchina a sostegno di Bertolaso non si ferma. Ieri il coordinamento romano, alla presenza di Marcello Fiori, Maurizio Gasparri, Antonio Tajani e Claudio Fazzone, si è confrontato su come rimodulare strategia e messaggio dopo l'addio in corsa di Giorgia Meloni. Nella squadra, per sovraintendere sulle materie economiche, dovrebbe entrare l'ex sottosegretario all'Economia, Gianfranco Polillo. È inoltre possibile che si cerchi di utilizzare il più possibile lo strumento dei gazebo per aprire un dialogo continuo con la gente romana e ascoltarne le richieste. I ragionamenti che si stanno sviluppando in questo momento tra Berlusconi e i suoi collaboratori prevedono una pianificazione attenta del lavoro che deve essere sviluppato municipio dopo municipio. Si lavora su proiezioni concrete. Prendendo come modello di riferimento l'affluenza del 2013 si calcola sia necessario prendere tra i 97 e i 101 voti a sezione. In sostanza si tratterebbe di un totale di 250-260mila voti necessari a raggiungere il ballottaggio. Non è passato inosservato il sondaggio Tecné diffuso ieri da Porta a Porta che dà Bertolaso come candidato unico del centrodestra primo insieme a Virginia Raggi con un 25% di consensi. Con la Meloni in campo, invece, i due avrebbero un 15% a testa. «Queste rilevazioni dimostrano che Berlusconi aveva ragione», dicono dallo staff di Bertolaso. «Purtroppo hanno avuto la meglio ragioni che travalicano le Mura Aureliane».La giornata è anche segnata dal fiorire di scenari, contromosse e conseguenze derivanti dalla nascita del polo di destra-destra Salvini-Meloni. In Transatlantico si discute, in particolare, di una possibile convergenza tra Bertolaso e Alfio Marchini. «Potrebbe essere una prospettiva interessante, sì, oggi al Senato se ne parlava, ma non so se sia una ipotesi in campo. Per noi vale quello che decide il presidente» spiega la senatrice Paola Pelino. C'è chi fa notare che adesso l'imprenditore romano rischia di essere schiacciato su percentuali molto ridotte. «Non sappiamo se sia possibile un accordo prima del voto» spiegano da Fi «certo non è un mistero la stima di Berlusconi nei suoi confronti». Magari se si riuscisse ad arrivare al ballottaggio si potrebbe ragionare su un accordo per il secondo turno. Sull'altro fronte si fa capire che la proposta dovrebbe partire da Berlusconi, non da Marchini. Più realisticamente altri fanno notare che ogni scenario di «semplificazione del quadro» potrà essere valutato quando i sondaggi riusciranno a descrivere meglio umori e intenzioni dei romani. Roberta Angelilli, coordinatrice laziale di Ncd, lascia aperto un piccolo spiraglio. «Il centrodestra si sta facendo del male. C'è ancora spazio per vincere, ma non a queste condizioni. Non serve a nessuno scommettere sulla sconfitta pur di consolidare una piccola nicchia di potere».
Sullo sfondo c'è anche da registrare la nascita della fondazione «Change» che Giovanni Toti terrà a battesimo oggi a Genova. Uno strumento che servirà a rilanciare uno strumento da sempre caro al governatore ligure come strumento di soluzione del conflitto interno al centrodestra: le primarie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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