Berlusconi pensa al jolly Bergamini per sbloccare lo stallo sulle trattative con la Lega. In un vertice ristretto a palazzo Grazioli si sarebbe valutata l'ipotesi di lanciare la responsabile comunicazione di Forza Italia nonché fidatissima Deborah Bergamini come candidata governatrice della Toscana. Il ragionamento del Cavaliere è il seguente: «Deborah è abile, giovane, donna, nota, capacissima e gran lavoratrice. Sono certo che potrà andare bene anche a Matteo». Agli occhi del Cavaliere proprio lei potrebbe essere un atout e togliere un bel po' di ruggine che sta inceppando l'ingranaggio dell'accordo definitivo con Salvini.
Il motivo: in Veneto il governatore uscente del Carroccio Luca Zaia è senza dubbio il più forte e, se in tandem con Forza Italia, il traguardo è a portata di mano anche al netto della corsa antagonista dei dissidente verde Flavio Tosi. Berlusconi, poi, sa che per Salvini è impossibile rimangiarsi il veto su Alfano; il terreno su cui discutere, quindi, si sposta altrove. E l'«altrove» riguarda l'atteggiamento complessivo di Salvini, giudicato dal Cavaliere eccessivamente sprezzante; ma anche altre due Regioni nelle quali il leader della Lega vuole imporre i suoi uomini: Liguria e Toscana.
Ovunque Salvini fa la voce grossa e pretende che gli azzurri si accodino: in Liguria a Edoardo Rixi; in Toscana a Claudio Borghi Aquilini. Sul primo, ex deputato e attuale vice segretario federale della Lega Nord, Salvini non transige: «Deve correre lui perché nei sondaggi è dietro a Raffaella Paita di un soffio appena». Il problema è che anche sul secondo, economista, docente ed ex manager di Deutsche Bank , sbatte i pugni sul tavolo. Ma forse in maniera più morbida soprattutto per il fatto che Borghi Aquilini ha poche radici toscane, essendo milanesissimo. Così, proprio in Toscana, Forza Italia vuole piazzare un proprio rappresentante, rompendo così la supposta egemonia leghista nei rapporti di forza tra i due partiti.
Il problema è che, forse fino a ieri, Forza Italia non era compatta nel rilanciare un nome alternativo. Altero Matteoli faceva il tifo per Giovanni Lamioni, 52 anni, imprenditore e presidente di Unioncamere di Grosseto, gradito pure a Denis Verdini e Angelino Alfano; l'ex sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo avrebbe preferito il coordinatore di Prato Giorgio Silli; mentre Giovanni Toti tifava per l'ex sindaco di Pietrasanta Massimo Mallegni. Tutti nomi lanciati sul tavolo delle trattative con la Lega ma spazzati via come se fossero briciole. «No, sono nomi troppo leggeri. Allora meglio il nostro Borghi» è stata l'obiezione del Carroccio. Ecco allora un nome pesante, pesantissimo e soprattutto con solide radici toscane visto i suoi natali viareggini: Deborah Bergamini, la donna ombra del presidente. E su di lei potrebbero convergere anche i leghisti.
Tutto al condizionale perché per adesso nessuno si sbilancia e in campo ci sono ancora gli «ambasciatori» e non i big.Il faccia a faccia tra il Cavaliere e il capo della Lega continua ad essere ufficialmente «non in agenda» ma l'ex premier è ottimista e continua a ripetere: «Se andiamo uniti la riscossa è a portata di mano».
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