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Berlusconi lancia l'allarme: rischiamo la deriva autoritaria

Il Cavaliere ai giovani di Azzurra libertà: "Fra un po' si capirà che Renzi è un bluff. Al Partito repubblicano non c'è alternativa. Lavoro? È finita l'era del posto fisso"

Berlusconi lancia l'allarme: rischiamo la deriva autoritaria

Che il Nazareno sia morto e sepolto lo conferma Berlusconi davanti alla folla dei giovani di Azzurra Libertà dei fratelli Andrea e Luca Zappacosta. Un Cavaliere durissimo su Renzi: «Fate ragionare gli italiani, rendeteli consapevoli della situazione inaccettabile in cui è il Paese, a rischio di deriva autoritaria», chiede agli azzurrini. «La libertà richiede una difesa continua perché può venire meno. Ed è quello che sta accadendo ora. La libertà non si perde tutto d'un colpo ma poco a poco, come una corda tesa che pian piano si sfilaccia». Per Berlusconi Renzi è bluff perché «Credo si debba lasciar passare un po' di acqua sotto i ponti in modo che questa sinistra, questo presidente, si lascino misurare un po' meglio dagli italiani». L'alternativa è il suo sogno, il Partito Repubblicano. Il Cavaliere non nasconde il momento difficile: «Il centrodestra oggi è spezzettato, con dei leader che non riescono a riunire tutti i partiti che lo compongono. Quando sarò tornato nel pieno splendore della mia innocenza, quando ci sarà consapevolezza del martirio cui sono stato sottoposto con 65 processi, allora questo Berlusconi potrà parlare agli italiani dal piedistallo della sua innocenza e potrà dirgli “guardiamo al più grande paese democratico al mondo, gli Usa”». E su Fi dice: «Ci sono tante persone leali intorno a me e meritano rispetto e riconoscenza».

Sul progetto del Partito Repubblicano il Cavaliere non si scompone più di tanto davanti ai primi niet che arrivano dagli altri partiti del centrodestra: «Naturale che sia così in questo momento. Siamo in campagna elettorale e non mi aspettavo certo un entusiastico coro di sì. Ne riparleremo a giugno». La Lega chiude ma non totalmente, per la verità; FdI resta fredda mentre l'Ncd, come spesso accade, si divide. Berlusconi non se ne cura: «Cambieranno idea: con la nuova legge elettorale i piccoli saranno spazzati via, non c'è alternativa». Ma questo vale principalmente per Alfano e la Meloni, meno per Salvini che piccolo non è. Il capo del Carroccio continua a ribadire il suo niet al progetto ma c'è un «ma». Il non possumus del Carroccio non è così netto. Salvini è tornato sull'argomento: «Partito Repubblicano? Dipende dai progetti, le marmellate non funzionano. Se c'è un progetto comune, sull'aliquota fiscale al 15% per esempio, vediamo». Ecco, appunto. Il progetto. Qualche giorno fa il leader del Carroccio ha ufficialmente lanciato come «responsabile economico» di «Noi con Salvini» quell'Armando Siri che piace tanto ai liberali. Siri, ideologo italiano della flat tax al 15%, era uno di quelli che aveva portato a Milano il professor Alvin Rabushka, già una bandiera sventolata con convinzione sia dalla Lega sia da Forza Italia. Berlusconi, proprio sul fisco, torna a martellare Renzi: «L'Italia ha una pressione fiscale al 43%... Ma chi è al governo non vuole affrontare ciò che è necessario».

Infine l'amarcord: «Non so quanti mestieri ho fatto: da bambino mungevo le mucche, poi facevo i compiti ai miei compagni. Poi, più grande, ho fatto il fotografo, e facevo le foto ai funerali. Poi ai matrimoni. Poi ho fatto cose più remunerative: ho venduto e fatto tanti soldi con le spazzole elettriche. Poi in Francia, di giorno studiavo diritto comparato alla Sorbona e la sera cantano nei nightclub». Quindi il consiglio: «È finita l'era del posto fisso. Mettetevi a fare un lavoro e non disperate se vi troverete a dover cambiare di frequente».

Insomma, come lui.

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