Berlusconi lancia il no tax day "Tetto al 30% alle imposte"

Raccolta firme per inserire il limite in Costituzione «Il sovranismo? Una sciocchezza pure per gli alleati»

Berlusconi lancia il no tax day "Tetto al 30% alle imposte"

È cresciuto pian piano come argomento nel corso della campagna elettorale umbra che ieri si è completata, e all'ultimo giorno è esploso. Il tema delle tasse è diventato centrale, anche se con l'Umbria c'entra poco, ma c'entra molto con il Paese e con il governo a cui il voto di domani nella regione centro d'Italia potrebbe dare la prima spallata elettorale. A lanciare l'hashtag #notax è stato colui che più ha titolo per farlo, quel Silvio Berlusconi che ha fatto della lotta allo Stato esattore una battaglia politica mai portata a termine per mancanza di potere («perché gli italiani hanno spesso votato malino», ironizza) e che della persecuzione fiscale per via giudiziaria è stato prima vittima. «Mi hanno accusato di essere un evasore fiscale, io che sono il primo contribuente italiano», considera amaro arrivando a Todi.

Berlusconi pensa a Perugia ma pensa anche a Roma. La sua proposta forte è quella di modificare la Costituzione in senso antifiscale. «I nostri gruppi parlamentari spiega - riprendendo progetti già studiati da tempo dagli economisti più vicini a noi hanno preparato un progetto di modifica alla Costituzione volto a fissare un tetto all'imposizione fiscale: lo Stato non potrà mai, per nessuna ragione, imporre una tassazione superiore a un terzo della ricchezza totale prodotta nel Paese durante l'anno, né ad un singolo contribuente, persona fisica, famiglia o impresa, potrà chiedere più di un terzo dei suoi guadagni. Abbiamo detto molte volte che questo è il livello più alto che il comune senso di giustizia possa tollerare. Una tassazione più alta viene percepita come un sopruso e invoglia chi può ad evadere le tasse: una scelta sbagliata ma spesso inevitabile di fronte alla rapina di stato». Non solo. «Una tassazione troppo alta impedisce all'economia di crescere, mortifica il lavoro e lo spirito di iniziativa delle persone, alla lunga non giova neppure ai bilanci dello Stato, perché un Paese che non cresce, che non genera neppure gettito fiscale. Al contrario, le nazioni che hanno adottato una forte riduzione delle aliquote fiscali, come il Regno Unito all'epoca della signora Thatcher, oppure gli Stati Uniti con Kennedy prima e con Reagan poi, hanno innestato un circolo virtuoso di crescita, occupazione e benessere».

Berlusconi vuole passare subito dalle parole ai fatti. Con una lettera ha indetto per oggi un no-tax day come ai vecchi tempi, invitando tutti i militanti e i simpatizzanti a organizzare «iniziative per spiegare questa nostra proposta ai cittadini e raccogliere firme a sostegno. Si tratta di allestire, nelle piazze di ogni città italiana, gazebo di Forza Italia dedicati a questo tema, nei quali distribuire ai cittadini materiale, dare informazioni, raccogliere firme».

Per il resto il Berlusconi che ha concluso il suo giro dell'Umbria a Terni, è apparso rivitalizzato. La campagna elettorale a lui fa sempre bene. Sull'alleanza è ottimista: «Questo sovranismo, questo nazionalismo è una sciocchezza; lo stanno capendo anche quelli che stanno con noi nella Casa degli italiani».

Rispolvera il suo anticomunismo come atto fondante della sua discesa in politica venticinque anni fa e della persecuzione giudiziaria a cui è stato sottoposto: «Prima un imprenditore mi ha detto: presidente, ho tre processi!

Gli ho risposto: sei un dilettante! Io ne ho avuti 88, pago un centinaio di avvocati, ho partecipato a 3671 udienze e ho pagato un miliardo di spese legali». Se la storia alla fine è fatta di numeri, contano anche questi.

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