Questa volta divorziano dalla causa. Arriva l'accordo e si chiude un contenzioso che aveva fatto scalpore per le cifre, strabilianti, in gioco. Silvio Berlusconi e Veronica Lario, ormai ex anche se legati per sempre dai tre figli avuti, lasciano dunque le carte bollate. Ciascuno dei due, come sempre in questi casi, rinuncia a qualcosa: lui a 46 milioni che la Lario avrebbe dovuto restituirgli, lei a 18 di crediti vantati con una raffica di pignoramenti.
Il tribunale di Monza, dove tutto era cominciato nel 2014, ratifica la composizione della querelle che aveva toccato l'opinione pubblica. In principio infatti i giudici avevano stabilito che il Cavaliere dovesse versare alla signora un assegno di mantenimento da 1,4 milioni mensili. Un record, probabilmente, anche se Berlusconi è nella classifica dei Paperoni italiani.
Poi però la corte d'appello aveva eliminato l'emolumento, almeno nel filone principale di una contesa sempre più intricata, e la cassazione aveva confermato la revoca di quel vitalizio astronomico. Del resto la giurisprudenza ha cambiato orientamento: la donna, un tempo coniuge debole ma oggi non più, non ha più il diritto di mantenere automaticamente il tenore di vita precedente ma deve accontentarsi dell'autosufficienza economica. Contano semmai, in un ragionamento più sofisticato ed evoluto, la durata del matrimonio e le rinunce al lavoro e alla carriera per seguire la casa e la famiglia.
Si aggiorna la società e anche la dynasty di Arcore ha seguito un altro spartito. La Cassazione aveva stabilito che la Lario restituisse 46 milioni incassati negli anni, appunto sulla base dei parametri stabiliti a Monza.
Un passo imbarazzante, anzi mortificante che non è avvenuto. Il Cavaliere, assistito dagli avvocati Gian Filippo Giuggioli e Valeria De Vellis, ha preferito lasciar perdere, evitando un altro conflitto devastante che avrebbe gonfiato solo la curiosità dei rotocalchi.
Così, i legali hanno fatto il loro lavoro cercando di bilanciare le richieste di lui, le rivendicazioni di lei, il bene dei figli Barbara, Eleonora, Luigi. E spegnendo progressivamente il clamore che aveva accompagnato la vicenda.
Fra l'altro, Veronica era diventata per un certo periodo un'icona da esibire negli ambienti progressisti nell'eterna guerra al fondatore di Forza Italia.
Poi i toni sono scesi, le posizioni si sono ammorbidite, i conteggi sono stati rifatti tenendo conto, per quanto possibile, dei quadri, dei gioielli, degli immobili donati nel tempo alla signora.
Si correva il rischio di andare verso ulteriori pignoramenti, invece si bloccano quelli in corso da una parte e dall'altra. Niente più assegno per Veronica, ma un versamento una tantum per completare la transazione.
L'importo? È segreto, ma gli spifferi accreditano una cifra inferiore alla metà dell'assegno e dunque nell'ordine dei 500mila euro. Non solo: altra novità, la Lario parteciperà al pagamento di una parte delle spese legali, lievitate in un intreccio di procedimenti che assomigliava a una piccola foresta. Ora disboscata.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.