Roma - La controffensiva era nell'aria già da lunedì. Non solo perché gli ultimi sondaggi arrivati sulla scrivania di Arcore confermano che Matteo Renzi sta beneficiando dell'effetto tv (nelle ultime due settimana ha fatto filotto con Quinta Colonna su Rete4, Virus su Rai2 e Domenica Live su Canale5), ma anche perché Silvio Berlusconi inizia a temere che il premier sia tentato dall'andare a elezioni anticipate la prossima primavera, magari in un election day che ricomprenda anche la corposa tornata amministrativa.
Nel 2015, infatti, si voterà in ben sette regioni e il centrodestra rischia seriamente di non vincerne neanche una (al momento la partita pare aperta solo in Veneto). Ci sta, dunque, che Renzi stia pensando di puntare all'effetto traino, magari nella speranza di avere una maggioranza più ampia di quella attuale e, soprattutto, con gruppi parlamentari che rispondano direttamente a lui (a differenza di quelli attuali).
Così, dopo giorni e giorni di silenzio e due settimane di assenza da Roma, Berlusconi non solo decide di rientrare nella capitale e riprendere in mano le redini del partito, ma si convince anche della necessità di un ritorno in prima linea dal punto di vista della comunicazione. Di qui l'intervista al Tg5 delle venti di ieri, la decisione di riunire oggi il gruppo parlamentare di Forza Italia del Senato e domani quello della Camera (incontri che hanno sempre grosso risalto sui media) e l'intenzione di partecipare alla conferenza stampa nella quale domani Mara Carfagna presenterà il nuovo dipartimento di Forza Italia che si occuperà di Libertà civili e diritti umani.
Una vera e propria full immersion , che ha come obiettivo Renzi ma anche chi in Forza Italia lamenta un'opposizione troppo blanda e teme che Berlusconi voglia archiviare il partito. È proprio a loro che si rivolge l'ex premier quando dice chiaro che l'ipotesi che ci sia un'intenzione di chiudere Forza Italia è «un'assurdità» o meglio «davvero una stupidaggine».
Il Berlusconi che torna in tv decide però di non chiudere sul fronte riforme e sulla possibilità di concedere il premio alla lista invece che alla coalizione, questione di cui i due potrebbero discutere già la prossima settimana durante un faccia a faccia che sarebbe già in agenda. «Con Renzi - dice - troveremo una soluzione equilibrata che vada bene a entrambi e che guardi all'interesse del Paese e non a quello dei singoli partiti».
Durissimo, invece, sulla politica economica. Che, attacca l'ex premier, «è un revival delle nostre ricette», «condito da un po' di populismo e presentato con grande abilità». E ancora: «Vedete, il premier sostiene di aver abbassato le tasse e di essere il primo ad averlo fatto. Ricordo che gli unici governi che hanno davvero abbassato le tasse sono stati i nostri».
E via a elencare: «Abbiamo cancellato l'imposta di successione, quella sulle donazioni, la tassa sulla casa, abbiamo introdotto la no tax area per le famiglie meno agiate, abbiamo ridotto gli scaglioni dell'imposta sulle persone fisiche, l'Irpef e altre imposte ancora».
Invece Renzi «con una mano ha dato gli 80 euro a qualcuno» e «con l'altra ha aumentato le tasse sulle case, sui negozi, sui capannoni e anche sui risparmi a tutti».Insomma, «il saldo è dolorosamente negativo per tutte le famiglie». E anche con la legge di Stabilità, spiega Berlusconi, «siamo davvero sulla strada sbagliata».
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