Difficile mettere da parte la pietra dello scandalo, in nome dell'alleanza. È sempre il Mes a provocare battibecchi tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia conferma la posizione favorevole al Fondo Salva Stati partecipando in videoconferenza al summit del Ppe che precede la riunione straordinaria del Consiglio Ue sul piano antiCoronavirus, come ha fatto la sera prima a Porta a Porta. E il Capitano lo critica, facendone una scelta di campo sul governo giallorosso.
In realtà, il leader della Lega conosce bene la scelta pragmatica dell'alleato azzurro che valuta utili i 37 miliardi del Mes, ma la sua opposizione allo strumento europeo è soprattutto un modo per fare opposizione dura al Conte bis, insieme a Giorgia Meloni. Berlusconi, però, coerente alla linea collaborativa nell'emergenza anche se critica sulla maggioranza, non si sposta di un millimetro. Dice di ritenere «essenziale che l'Europa si confermi come comunità di popoli e di valori» e chiede che le sue istituzioni, la Banca Centrale Europea, la Banca Europea per gli investimenti e il bilancio dell'Unione europea «intervengano in modo decisivo per alleviare le conseguenze economiche e sociali di questa crisi». Dunque approva l'uso del Meccanismo europeo di stabilità, ma in un quadro ben più ampio, con l'attuazione del fondo Sure e degli altri nuovi strumenti come il Recovery Fund. L'ex premier lo sottolinea alla riunione con la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Layen e sei capi di governo e membri del Consiglio Ue, fra cui la Cancelliera tedesca Angela Merkel. «Tutti questi strumenti - dice - devono aiutare quei Paesi che, come l'Italia, risentono maggiormente della pandemia del Coronavirus. L'Europa deve dimostrare solidarietà nel proprio interesse e questo aiuto è davvero essenziale per il suo futuro».
Già prima, commentando la dichiarazione fatta dal Cavaliere alla trasmissione di Bruno Vespa su Rai1 sull'intenzione di votare sì al Fondo, Salvini replica: «Mi è dispiaciuto sentire parole non dico di sostegno, ma di vicinanza ad alcune scelte fatte dal governo di sinistra sul Mes». Il leader della Lega sembra farne un problema di coalizione, quando dice: «Gli elettori di centrodestra, di Fi e della Lega vogliono compattezza, unità, un'alternativa a una sinistra che sui temi dell'economia non è all'altezza». Sia Berlusconi che Antonio Tajani, numero 2 di Fi e vicepresidente del Ppe, hanno già precisato che nel centrodestra ci sono «forze politiche diverse, non un partito unico e quindi ognuno ha i propri valori».
Tra quelli di Fi, contrariamente a Lega e FdI, spicca un europeismo convinto. Ma Mariastella Gelmini avverte: «Non si può confondere l'atteggiamento da opposizione costruttiva, nazionale e repubblicana, con un sostegno presente o futuro al governo Conte: non scherziamo».
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