Berlusconi: sulle crisi estere vanno consultati tutti i partiti

Il Cavaliere preoccupato dallo scenario internazionale: Italia inadeguata, pericoloso il dilettantismo del M5S

Berlusconi: sulle crisi estere vanno consultati tutti i partiti

La mattinata è dedicata ai servizi sociali in quel di Cesano Boscone, dove ieri Silvio Berlusconi è stato per la sedicesima volta ad assistere i malati di Alzheimer come prevede l'affidamento ai servizi sociali. Il pomeriggio, invece, è quasi tutto per il Milan, con una visita di oltre tre ore a Milanello, dove l'ex premier ha pranzato con Pippo Inzaghi e ha poi incontrato i giocatori. Per il leader di Forza Italia, dunque, una giornata piuttosto piena, in vista della prossima settimana quando l'attività dovrebbe riprendere a pieno regime. Da martedì, infatti, Arcore – dove Berlusconi è rimasto tutto agosto – tornerà a essere teatro di incontri e riunioni. Per studiare come rilanciare il partito e radicarlo sul territorio, ma anche per lavorare su dossier che si stanno facendo via via più delicati.

Sul tavolo, infatti, non c'è solo la riforma del Senato e la nuova legge elettorale – su cui, nella sostanza, un accordo con Matteo Renzi è stato trovato – ma pure il delicatissimo capitolo economico (con l'Italia che rischia di doversi sobbarcare una manovra aggiuntiva) e i troppi fronti aperti di politica estera. L'ex premier in queste settimane ha volutamente scelto di non parlare pubblicamente e anche ieri, lasciando Cesano Boscone, ha preferito non fermarsi con i cronisti che lo attendevano all'uscita. In privato, però, Berlusconi non nasconde le sue perplessità su come si sta muovendo l'Europa e pure il nostro Paese che – nonostante il semestre di presidenza italiana sia iniziato dall'1 luglio – non riesce a far sentire la sua voce. Un Berlusconi – è il senso dei ragionamenti fatti nelle ultime 48 ore con chi ha avuto occasione di sentirlo al telefono – preoccupato da una politica estera «inadeguata». Come non è all'altezza della situazione l'Italia, alle prese con il «dilettantismo» del M5S che porta a trasformare crisi internazionali in beghe da pollaio. Il riferimento, ovviamente, è al polverone alzato da Alessandro Di Battista. Cui, non a caso, hanno fatto seguito le durissime critiche di molti esponenti di Forza Italia, da Daniela Santanché a Daniele Capezzone passando per Manuela Repetti.

Ma le perplessità dell'ex premier sono anche per come si sta muovendo l'Italia sullo scenario europeo e internazionale, non solo perché siamo i presidenti di turno del Consiglio Ue ma anche perché è ormai passato quasi un mese dal rapimento in Siria delle due volontarie italiane. Una questione ovviamente delicatissima sulla quale Berlusconi avrebbe ritenuto opportuno un coinvolgimento anche delle forze politiche di opposizione. Quando tra il 2004 e il 2006 toccò a noi occuparci dei sequestri di cittadini italiani in Irak e in Afghanistan – è il ragionamento – tenemmo informati i leader dei principali partiti cui chiedemmo anche consigli e, quando possibile, una mano. Il «metodo Berlusconi-Letta», per usare un'espressione mutuata da Il Mattinale . Scrive infatti la nota politica redatta dallo staff del gruppo di Forza Italia della Camera: «Renzi raduni sulla politica estera in modo formale e informale i leader dei partiti che accettano di confrontarsi su strategie e tattiche, su quali iniziative l'Italia può assumere per far fronte alle drammatiche crisi». Poi sulla crisi tra Mosca e Kiev: «Bisogna tornare allo spirito di Pratica di Mare, quando Berlusconi fece stringere una partnership tra Nato e Russia per la lotta contro il terrorismo».

E ancora: «C'è una buona pratica in uso in negli Stati Uniti. Chiedere ad ex presidenti di occuparsi di questioni internazionali delicate, con il mandato del presidente in carica. E in Italia ce ne sono stati di presidenti in gamba».

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