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Berlusconi vede i big azzurri: prove di Partito repubblicano

Vertice ad Arcore sul futuro di Forza Italia prima della partenza verso la Puglia: oggi inizia il tour a sostegno della Poli Bortone. I fittiani avvertono l'ex ministro: se strappi non ti seguiamo

Berlusconi vede i big azzurri: prove di Partito repubblicano

Il percorso di riavvicinamento di Silvio Berlusconi verso la gente e il territorio continua. Dopo il primo contatto pubblico avvenuto Genova, il presidente di Forza Italia da oggi inizia un mini-tour elettorale in Puglia a sostegno della candidata governatrice Adriana Poli Bortone. Il programma è tutt'altro che «light». Come rivela il coordinatore pugliese Luigi Vitali «il presidente arriva a Bari e nel tardo pomeriggio si recherà a Foggia. Mentre venerdì sarà tra Bari, dove è prevista una passeggiata in mattinata nel centro storico, e a Lecce». Nel capoluogo salentino dovrebbe tenere un comizio al Palaeventi, mentre non si hanno ancora conferme del possibile blitz sulla tomba di Padre Pio a San Giovanni Rotondo sotto forma di visita privata.

Berlusconi ieri si è confrontato con i dirigenti a lui più vicini ad Arcore. Nella sua mente c'è sempre l'intenzione di far partire il cantiere «Repubblicano» dopo le Regionali. Si starebbe già ragionando sulla strutture «leggere» che dovranno fungere da cabina di regia sui territori. Inoltre sarebbero stati avviati contatti con alcuni consulenti esterni statunitensi per raccogliere quante più idee e suggerimenti possibili. Il progetto inizia anche ad attirare la curiosità e l'interesse di alcuni Paesi europei che attraverso le delegazioni diplomatiche avrebbero cercato di capire qualcosa di più della nuova, possibile rivoluzione del centrodestra italiano.

Giovanni Toti, a Repubblica , spiega che «non si tratterà di una riedizione del Pdl», ma di «un contenitore all'americana in cui tutti portano le loro individualità. Bisogna pensare a una federazione in cui tutti coloro che si ritengono di centrodestra convergono su candidati e programma». E per il leader? «Già da tempo abbiamo aperto alle primarie di coalizione». Insomma aperture verso gli alleati e possibilità di una leadership contendibile. Senza chiudere la porta a nessuno, Matteo Salvini compreso, perché come ha spiegato ieri Berlusconi «nonostante i toni adottati in queste ore con questa legge elettorale anche lui alla fine dovrà ragionare. Altrimenti al ballottaggio ci va Grillo. Sulle identità tutti dovremo rinunciare a qualcosa».

Le indicazioni sulla linea politica restano invariate: opposizione dura e pura e con il rilancio di una proposta politica riconoscibile, senza gli ondeggiamenti che hanno penalizzato il rapporto con l'elettorato. Una direzione da percorrere senza interrogarsi troppo sui possibili addii dei «fittiani» o dei «filo-renziani». Perché, dice una fonte azzurra, «in questa fase è più importante una voce coerente e riconoscibile, piuttosto che un gruppo parlamentare numeroso ma bloccato da veti incrociati e tentato da operazioni di potere».

Proprio sul fronte dei fittiani si registra una frenata rispetto all'ipotesi di un imminente strappo. Il «d-day» dell'addio non è stato ancora deciso. I ricostruttori restano divisi sul momento del divorzio, ma tutto lascia pensare che il redde rationem potrebbe arrivare subito dopo le Regionali. I fittiani spiegano che bisogna valutare bene tempi e modi, ma soprattutto i contenuti da offrire all'elettorato che non voterà mai Renzi. In sostanza alcuni parlamentari hanno fatto presente al loro leader di non essere disposti a seguirlo qualora dovesse perseguire un asse con correnti o formazioni filo-renziane.

Una intenzione che Fitto avrebbe, comunque, smentito con decisione.

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