Elezioni Regionali 2020

Berlusconiana della prima ora combatte cancro e ingiustizie

Avvocato, scrisse il programma azzurro con Pera È stata sottosegretario alla Giustizia e al Lavoro

Berlusconiana della prima ora combatte cancro e ingiustizie

Prima di accettare la proposta di Silvio Berlusconi di correre per la presidenza della Regione Calabria, Jole Santelli ha telefonato al suo oncologo, un medico di Paola, che le ha dato il via libera. Sulla carta un'anticandidata. Cinquantun anni compiuti il 28 dicembre scorso, nata a Cosenza, non sposata e senza figli, non si è votata perché risiede altrove, in silenzio elettorale fin dai primi giorni di gennaio anche a causa di una tracheite che l'ha resa praticamente afona, non ha mai nascosto la malattia. Meno che mai durante la campagna elettorale, tanto che gli avversari l'hanno accusata di utilizzarla per ottenere consenso. Lei, che in Calabria oggi tutti chiamano «Jole», alle polemiche è abituata sin dal debutto in politica da forzista della prima ora, quando invece la chiamavano «la ragazza» e non per farle i complimenti.

La sua biografia, oltre che dal suo sito, dalle dichiarazioni nel corso della campagna e dai racconti chi la conosce, si ricostruisce anche da un colloquio su Sette con Claudio Sabelli Fiorettial quale confessò, tra l'altro, la sua passione per il Garofano e in particolare per Claudio Martelli, oltre che per Giacomo Mancini, «una specie di zio». Passione per la politica nata in casa, tra la mamma dc e il padre socialista, con il nonno un po' fascista che a quattro anni la portava ai comizi di Berlinguer e Almirante. Legata alla famiglia, alle due sorelle e ai loro figli, a Cosenza abita ancora nel palazzo in cui è cresciuta.

Laurea in giurisprudenza alla Sapienza di Roma a ventun anni, avvocato, pratica legale con Vincenzo Siniscalchi, quindi con Tina Lagostena Bassi, è transitata per otto mesi nello studio di Cesare Previti prima di arrivare all'ufficio legislativo del gruppo di Forza Italia al Senato. Fianco a fianco per cinque anni con Marcello Pera, con il quale stese il programma giustizia di Forza Italia. Relazioni importanti, da Beppe Pisanu a Claudio Scajola, la frequentazione del salotto romano di Maria Angiolillo, dove sedeva con Gianni Letta e consorte, con Bruno Vespa e la moglie Augusta Iannini, magistrato, con il leghista Roberto Castelli, del quale è stata sottosegretario alla Giustizia.

Raccontò di aver conosciuto personalmente Berlusconi nel 1997: aveva scritto un testo sulla giustizia e lo diede da leggere a Letta che lo passò al Cavaliere. Da lì il cursus honorum: parlamentare dal 2001, sottosegretario alla Giustizia con il governo Berlusconi e poi al lavoro con il governo Letta, ma anche vicesindaco di Cosenza e coordinatrice regionale di Forza Italia. Amica delle donne del partito: dalla «storica» Mara Carfagna fino a Licia Ronzulli e Francesca Pascale, ha mobilitato per la campagna anche Mariastella Gelmini.

Di lei dicono che sia un amante del bello e una cuoca sopraffina e che ha promesso al suo staff di cucinare un pranzo a base di braciole al sugo, pasta fatta in casa e melanzane grigliate. Ha battuto la Calabria palmo a palmo e forse così è riuscita a recuperare sul fronte di un'altra accusa con cui ha dovuto combattere: quella di essere impegnata più sui tavoli nazionali che locali. Lei ha provato a ribaltare l'argomento a proprio favore, spiegando che proprio questo l'avrebbe aiutata a risolvere questioni annose come le difficoltà del porto di Gioia Tauro e l'alta velocità fino a Reggio.

Berlusconiana doc, da sottosegretaria diceva che ogni volta che lo vedeva tornava «rincretinita e ricaricata».

Lui l'ha ricambiata con quella frase scherzosa che ha fatto tanto scalpore ma che Jole Santelli ha gradito: «Non me l'ha mai data».

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