"Non vado fuori dal Pd, non esiste perché è casa mia". Pier Luigi Bersani, nel corso della trasmissione Servizio Pubblico, lo dice forte e chiaro. L'ex segretario democratico si dice convinto che "il Pd durerà cento anni, è giovane, imperfetto, lo aggiusteremo, non voglio un partito pigliatutto. Io ho fatto venti anni una battaglia contro il tema dell’uomo solo al comando. Io un sistema del ’ghe pensi mì non lo accetto". Un avvertimento a Renzi.
"In vita mia non ho mai votato fuori dal contesto della mia compagnia, ditta, se stavolta non me la sento di votare non è per revanscismo. I miei migliori amici sono quelli che sono venuti dopo di me come Letta ed Errani. Stiamo chiedendo due cose de minimis per correggere alcuni rischi della strada che abbiamo preso, invece no, si tira dritto", ha spiegato Bersani in merito all'Italicum.
E poi ha aggiunto: "Finché c’è Renzi posso stare tranquillo perché stiamo su un terreno democratico in merito alla riforma elettorale. Ma questo sistema che costringe gli italiani a scegliere tra due no, questo ballottaggio correggiamolo facendolo una cosa più somigliante ad un vero secondo turno".
"Se voto no o non voto? Confesso che preferirei di non trovarmi in questa situazione. La speranza è l’ultima a morire. Non lo so, voglio credere che possa esserci un modo di discutere. Non sono convinto e sento la responsabilità di dirlo forte perché non sono noccioline quello di cui che stiamo discutendo".
Dopo la bacchettata, per Renzi arriva pure la carota: "Non vogliamo bloccare o fare cadere il governo, ma convincere a modificare il percorso. Renzi è un patrimonio di questo partito. È stato più capace di me di allargare l'area del consenso del Pd. Ma staccare troppo le radici è come vendere casa per andare in affitto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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