Bertolaso ingrana la marcia: "Mollare? Lo faranno gli altri"

Il candidato azzurro a Roma infastidito dalle voci sul presunto ritiro: "Messe in giro da chi è nel panico, ho l'appoggio totale di Berlusconi"

Bertolaso ingrana la marcia: "Mollare? Lo faranno gli altri"

Sbuffa Bertolaso, il berlusconiano candidato sindaco di Roma che, ogni mattina, è condannato a leggere un capitolo nuovo sui presunti ritiri delle candidature. Un estenuante balletto. L'ultimo ieri, sul Corriere della Sera, dove Alfio Marchini diceva in maniera un po' criptica che «di quattro candidati, al massimo ne resteranno due». Anche perché «con tre candidati più Storace si rischia di mettere in scena la fiera dell'ego». Ma chi tra Marchini, Bertolaso, Meloni e Storace è disposto a tornare ai box? E chi, invece, resterà in pista fino alla fine? «Non so a chi si riferisca Marchini, bisogna chiedere a lui...» è la risposta di Bertolaso al Giornale. «Quello che posso dire è che di sicuro uno dei due sarò io».Mister Emergenza, ieri in pista prestissimo per far visita al mercato di Porta Portese perché invitato dai commercianti, non ne può più delle polemiche sul suo presunto ritiro: «Sono stanco, come temo ancor più lo siano i romani, di questa farsa quotidiana sui giornali sul possibile ritiro della mia candidatura». Ma perché allora tutto questo can-can? Bertolaso non ha dubbi: «Voci alimentate ad arte per disorientare, segno che in altri ambienti c'è il panico mentre io sto lavorando sui problemi dei romani e sulle soluzioni da mettere in campo».Ma c'è di più: Bertolaso non soltanto assicura che il Cavaliere è con lui («Ho l'appoggio totale e quotidiano di Berlusconi») ma in qualche modo descrive la sua partita su livello che va al di là degli accordi politici: «Tengo a precisare per l'ennesima volta che la mia candidatura è al di fuori delle logiche di partito a livello nazionale. Io sono e voglio continuare ad essere il candidato dei romani, scendendo in strada per affrontare le problematiche della città».Già. Però c'è un'obiezione forte: ad oggi i sondaggi non lo danno in testa ma dietro a Giorgia Meloni che addirittura, in un ipotetico ballottaggio, sia contro la Raggi sia contro Giachetti, se la giocherebbe. Anche in questo caso Bertolaso non sfugge: «Io i sondaggi li faccio ogni giorno. Li faccio quando la gente mi ferma per strada e mi chiede di non mollare; li faccio quando la gente mi dice che tornerà a votare dopo tanto tempo soltanto perché ripone in me la propria fiducia. Basta teatrini, quindi. Soltanto i romani potranno decidere se io sarò o meno il sindaco di Roma». Il guanto di sfida ormai è lanciato; come si fa, adesso, a tirarsi indietro?Anche perché Mister Emergenze, nella battaglia per il Campidoglio, ha già iniziato a metterci la testa e il cuore. Senza risparmiarsi. Ieri mattina a Porta Portese: «Questo mercato è un vanto mondiale per la nostra città e come tale va difeso e valorizzato», dice. Sciorina le cifre: «Ci sono 719 commercianti regolari; ma sono 600 quelli privi di titolo amministrativo. Faremo nostra la battaglia di legalità contro ogni forma di abusivismo». E poi il degrado, le buche in mezzo alla strada: «Sto seguendo in prima persona la vicenda della voragine in viale Romania...». Non una buca, in effetti; un vero e proprio cratere apertosi nel quartiere Parioli. «Il problema s'è rivelato assai più grave del previsto. Ma io non mollo mica. Chiedo soltanto ai romani di lasciarmi fare quello che la mia storia racconta: risolvere i problemi».

Per adesso, però, i big dei partiti di centrodestra non sembrano trovare la soluzione per una candidatura unitaria. Restano i segnali di fumo reciproci. L'ultimo non belligerante da parte di Salvini: «Io sul palco assieme a Meloni e Berlusconi a Milano il 30 aprile? Spero anche prima...».

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