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Bianca Balti, Fedez & C. Il riserbo perduto dei vip

Malattie, depressioni, violenze sessuali raccontate in pubblico. E se invece fosse il pudore a farci guarire?

Bianca Balti, Fedez & C. Il riserbo perduto dei vip

La prima cosa che si cerca di insegnare a un bambino, nella speranza di proteggerlo, è il pudore. Senza il pudore non si imparano i confini e senza confini non ci si difende dagli altri. Senza, non si insiste su quel punto esatto che separa «me» da «te». Uno degli aspetti che ci terrorizza di più di quest'epoca digitale, velocissima, dove non si è mai parlato tanto di privacy come da quando non ne esiste più, è proprio la scomparsa del pudore. Sappiamo bene che ognuno gestisce la propria vita e tutto ciò che essa contiene, nel modo che ritiene. E sappiamo anche che un sacco di cose sono cambiate (in parte per fortuna) rispetto a quando la nostra educazione ci impigliava in mille tabù. Ma continuare a leggere tutte queste confessioni a cielo aperto, colme di dolore, malattie, disagio, traumi e abusi sollecita lo stesso senso protettivo che sentivamo per quel bambino. Gli ultimi, in ordine di tempo, sono stati, per motivi completamenti diversi, il rapper Fedez e la modella Bianca Balti. Il primo ha raccontato sui social di aver avuto un crollo dopo la sospensione di uno psicofarmaco, la seconda ha confessato in tv di aver subito uno stupro all'età di diciott'anni: era a un rave, non era lucida e un ragazzo che aveva conosciuto quella stessa sera ha abusato di lei. Confessioni atroci, seppur di segno completamente differente. Quella di Fedez si chiama «sindrome da sospensione»: il farmaco che gli avevano prescritto dopo l'operazione per il tumore al pancreas gli causava effetti collaterali indesiderati, ma anche interromperlo si è rivelato abbastanza deleterio. Tanto che il cantante è scoppiato a piangere davanti alla webcam parlando del suo stato e spiegando che l'unica ad aiutarlo in questa fase orrenda è stata la moglie Chiara Ferragni. Ma Fedez e la Balti non sono certo gli unici: il premio Oscar Charlize Theron ha raccontato pubblicamente di quando la madre ha ucciso il padre alcolista, l'attrice Bella Thorne ha confessato di aver subito, da bambina, ripetute violenze sessuali, come il regista Pedro Almodovar, in collegio, da parte di preti pedofili. E ancora: Brad Pitt ha parlato dei suoi problemi di alcolismo, Demi Moore ha ricostruito in tv di quando, bambina, salvò dal suicidio sua madre e poi la violenza sessuale subita a 15 anni, i disordini alimentari, il dolore per l'aborto spontaneo quando stava con Ashton Kutcher, la battaglia contro alcol e droghe, i ricoveri in rehab... E Ronaldo (il fenomeno) tirò fuori la sua depressione, la psicanalisi e il fatto che per anni si era vergognato di ammetterlo e di parlarne.

Ma la lista è lunghissima, in Italia, solo per citarne alcuni, la giovane attrice Matilda De Angelis ha parlato dei suoi attacchi di ansia, Morgan ha offerto al pubblico di Raiuno l'agghiacciante racconto di quando, solo quindicenne, subì il suicidio del padre e poi, di tutt'altro tenore, molti anni dopo, sui giornali e in video raccontò del suo dissesto economico; o l'attrice Adua Del Vesco, che nella casa del Grande Fratello è scoppiata in lacrime parlando dello stupro che ha subito da parte di un conoscente quando aveva solo dodici anni... Chili e chili di dolore, anni di incubi improvvisamente fatti esplodere in pubblico. Per liberarsi, per cercare aiuto o per darne. Queste, almeno, sono di solito le spiegazioni che dà chi sceglie di parlare della parte più intima di sé. Ma esiste un modo di guarire anche nel silenzio, esistono delle sedi più protette, esiste una grazia, nei riguardi di se stessi, che sta nella scelta di non diventare ciò che ci ha ferito. Nella cautela di non portarsi addosso, e in giro, quello che ci perseguita.

Esiste una difesa, dagli altri, che si chiama pudore.

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