In un clima surreale, con militari armati e barricate al posto di centinaia di migliaia di cittadini in festa, Joe Biden ha giurato come 46esimo presidente degli Stati Uniti. «Questo è il giorno dell'America, il giorno della democrazia», esordisce il neo inquilino della Casa Bianca tenendo fede al mantra che lo accompagna dal giorno delle elezioni, ossia l'appello a riunire il paese. «Sarò il presidente di tutti gli americani, mi batterò anche per coloro che non mi hanno sostenuto - dice - Chiedo a tutti di aiutarmi, io ci metterò tutta la mia anima. Lo so che parlare di unità può sembrare una folle fantasia in questi giorni. So che le forze che ci dividono sono profonde e reali, e so anche che non sono una novità. Ma l'unità è l'unica strada per andare avanti». Dopo il minuto di silenzio per le vittime del coronavirus, Biden prosegue affermando che «la democrazia ha prevalso», promette di «difendere la Costituzione», e che «insieme possiamo scrivere una storia di speranza e di unità». «Poche persone nella storia della nostra nazione hanno dovuto affrontare un momento più impegnativo di quello in cui ci troviamo adesso, per superare queste sfide e ripristinare l'anima dell'America serve qualcosa che va al di la' delle parole, serve l'unità», continua a ripetere. É «il tempo del coraggio», sottolinea ancora: il paese è messo a «dura prova dalla pandemia, dall'attacco alla democrazia e alla verità, dalle ineguaglianze e dal razzismo sistemico, dalla crisi del clima. Saremo giudicati per come affronteremo queste sfide». «Il mondo ci guarda, ripareremo le nostre alleanze», chiosa infine, promettendo di vincere sul suprematismo bianco e sui terroristi interni, ma anche di ristabilire il rispetto della verità, invitando a «respingere» la cultura della manipolazione dei fatti, un riferimento indiretto a Donald Trump. L'atmosfera nella capitale è senza precedenti, da zona di guerra: strade deserte, negozi sbarrati, centro in lockdown con 25 mila soldati della Guardia Nazionale e solo mille ospiti, contro le almeno 200 mila persone tradizionalmente presenti ad affollare il National Mall per l'Inauguration Day. Ad evocare la folla di assenti sono state allineate altrettante bandiere a stelle e strisce, illuminate da 56 colonne di luce, il numero degli stati e dei territori Usa. Tra i pochi invitati presenti le ex first couple Barack e Michelle Obama, Bill e Hillary Clinton, George W. e Laura Bush. C'era anche il vice presidente Mike Pence con la moglie Karen a rappresentare l'ormai ex amministrazione. Oltre a Trump (l'ultimo presidente uscente a snobbare il giuramento del suo successore fu Andrew Johnson nel 1869), mancava Jimmy Carter, che per precauzioni sanitarie legate all'età ha rinunciato a partecipare. Come da attese alla cerimonia di insediamento di Biden e Harris, seppur ridimensionata, non mancano le super star di Hollywood. A cantare l'inno nazionale americano è Lady Gaga, che scende le scale del Campidoglio con una enorme gonna rossa e corpetto nero. Il momento più intenso, però, è durante l'esibizione di Jennifer Lopez, arrivata vestita tutta di bianco e con vistosi gioielli. Mentre canta «This land is your Land», JLo inizia a parlare in spagnolo gridando: «Questa terra è per voi e per me. Libertà e giustizia per tutti». Ieri sera invece, in mancanza dei tradizionali balli inaugurali, per il gran finale è andato in onda lo speciale concerto tv «Celebrating America» condotto da Tom Hanks, con Eva Longoria e Kerry Washington. Nel corso del quale si sono esibiti Bruce Springsteen, Foo Fighters, John Legend, Jon Bon Jovi, Justin Timberlake, Demi Lovato, Ant Clemons e Lin-Manuel Miranda. Per Biden, tuttavia, il lavoro inizia subito, come scrive lui stesso nel primo tweet con l'account @potus (President of the United States): «Non c'è tempo da perdere quando si tratta di affrontare le crisi che abbiamo davanti. Ecco perché oggi vado allo Studio Ovale per offrire un'azione coraggiosa e sollievo immediato per le famiglie americane». Il primo ordine esecutivo di Biden è dedicato alla lotta al Covid, un provvedimento con cui chiede ai cittadini di indossare la mascherina per i 100 giorni iniziali della sua amministrazione, oltre all'obbligo di coprire il volto in tutti gli edifici federali. Poi, una serie di azioni per rottamare le decisioni di Donald Trump, a partire dal rientro immediato nell'accordo di Parigi sul clima e nell'Organizzazione mondiale della sanità.
E ancora, tra le misure dei primi giorni di presidenza ci sono lo stop alla costruzione del muro al confine con il Messico, l'invio al Congresso di un'ampia proposta di legge per riformare l'immigrazione, che prevede un percorso di otto anni per la cittadinanza a circa 11 milioni di immigrati senza status legale e un aumento dell'accoglienza dei rifugiati, drasticamente ridotta dal predecessore. Oltre all'abrogazione del divieto di ingresso in Usa per i cittadini di alcuni paesi a maggioranza musulmana.
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