Donald Trump conclude da Grand Rapids, in Michigan, il tour de force elettorale che lo ha portato ai quattro angoli dell'America con dieci comizi solo nelle ultime 48 ore. Quella stessa Grand Rapids da cui aveva parlato per l'ultima volta agli elettori nel 2016, prima di conquistare in una notte al cardiopalma le chiavi della Casa Bianca. E tra gli stati in bilico che lo portarono alla vittoria c'era proprio il Michigan, strappato a Hillary Clinton per poco più di 10mila voti, diventando così il primo candidato repubblicano dal 1988 a mettere a segno l'impresa. Il presidente vuole, scaramanticamente, cercare di ripercorrere le tappe della cavalcata di quattro anni fa, sperando in un'altra rimonta al foto-finish contro il rivale Joe Biden.
E anche nei sondaggi, il vantaggio del candidato democratico scricchiola. Nella media delle proiezioni di RealClearPolitics a livello nazionale, Biden è a +6,5% (50,9% contro 44,4%), ma dall'11 ottobre scorso la sua curva ha accusato una flessione, mentre quella del tycoon è risalita. In calo anche il divario della media dei sondaggi negli «swing states»: l'ex vice di Obama è a +2,9% (48,9% a 46%), entro il margine di errore, e Trump lo sorpassa in North Carolina (+0,6%).
Nell'ultimo frenetico giorno di campagna elettorale The Donald cerca di mobilitare la sua base dalla North Carolina alla Pennsylvania (con un appuntamento a Scranton, città natale dello sfidante), e ancora in Wisconsin e Michigan. Biden, invece, punta tutto sulla Pennsylvania con un programma decisamente più contenuto, e ancora una volta i democratici fanno ricorso all'aiuto dello star system: Joe, insieme alla moglie Jill, chiude infatti la sua campagna da Pittsburgh con Lady Gaga, mentre l'aspirante numero due Kamala Harris da Philadelphia con John Legend. Una replica del 2016, quando la Clinton proprio da Philadelphia terminò la campagna con un maxi-concerto che riunì il Gotha della musica, ma non le portò fortuna.
«I sondaggi della vigilia sono un bidone, una bufala, sono finti. Noi siamo messi bene e vinceremo», ha detto il Comandante in Capo. «È tempo che Donald Trump faccia le valige e se ne ritorni a casa. Abbiamo chiuso con il caos», ha replicato il rivale dem. Stanotte Biden sarà relegato nel seminterrato della sua casa a Wilmington, e nella città del Delaware arriverà anche la Harris (che spera di entrare nella storia come primo vice presidente donna), mentre Trump attenderà i risultati del voto alla Casa Bianca, dove ha organizzato una «festa» per seguire in diretta lo spoglio con 400 persone. Secondo indiscrezioni tutti gli ospiti saranno sottoposti al test per il coronavirus prima di entrare.
E proprio la Casa Bianca è stata blindata ieri con una recinzione intorno al suo perimetro, mentre crescono le preoccupazioni delle forze dell'ordine per possibili proteste legate al voto, soprattutto nel caso non ci sia un vincitore chiaro. Quella che circonda il 1.600 di Pennsylvania Avenue è una barriera analoga a quella eretta durante le proteste anti-razziste della scorsa estate.
Molti negozi nell'area vicina alla residenza presidenziale intanto hanno sbarrato porte e vetrine per paura di eventuali scontri. Stesse scene a New York, sulla Fifth Avenue, dove il timore è che si ripetano le violenze e i saccheggi che in maggio hanno tenuto in scacco per una settimana l'intera città.
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