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Quel bilancio amaro di partite Iva e imprese

Se gli ultimi dati Istat evidenziano che l'aumento dei poveri al Nord supera quello che ha avuto luogo al Sud vuol dire che la pandemia sta ridisegnano l'Italia anche dal punto di vista economico

Quel bilancio amaro di partite Iva e imprese

Se gli ultimi dati Istat evidenziano che l'aumento dei poveri al Nord supera quello che ha avuto luogo al Sud vuol dire che la pandemia sta ridisegnano l'Italia anche dal punto di vista economico. Le regioni settentrionali erano più ricche, e lo sono tuttora, di quelle del Sud: e anche adesso la percentuale dei poveri resta maggiore nel Mezzogiorno che altrove. Colpisce, però, che crescano in modo così significativo quanti al Nord si trovano in quella che, in modo convenzionale, è detta «povertà assoluta». Si può supporre che uno dei motivi sia la crisi pandemica, che ha colpito prevalentemente i privati, più presenti al Nord che al Sud. Sono state infatti le partite Iva e i loro dipendenti a pagare il prezzo più elevato. Non ci vuole molto a comprendere che se si costringono per mesi alla chiusura una miriade di esercizi turistici e commerciali questo causerà enormi difficoltà agli strati più fragili. Per giunta, da tempo vengono assunte decisioni politiche che spingono verso una «meridionalizzazione» generalizzata dell'Italia intera e pure di altri Paesi dell'Europa mediterranea. La volontà di puntare sulle politiche del Recovery Plan è solo l'ultimo episodio di una strategia che da anni va riducendo quel legame tradizionale, che pure in un certo senso rimane, tra le aree settentrionali e il mercato, tra la cultura del Nord e la libera iniziativa. È vero che la mentalità rimane diversa, come attestano anche gli orientamenti politici: con una parte del Paese che tradizionalmente guarda con maggior favore alla Lega e a Forza Italia, mentre nell'altra prevalgono i grillini e Fratelli d'Italia. Questi ultimi dati, però, sembrano dirci che le distanze vanno riducendosi. Ci sarebbe bisogno di scelte che valorizzino maggiormente i settori non tutelati dell'economia, attraverso la liberalizzazione di interi ambiti, una riduzione della spesa pubblica e della tassazione, una compressione della burocrazia. Sono molti decenni che s'insegue l'obiettivo di una «convergenza» tra il Sud e il Nord, così da ridurre lo storico squilibrio.

Sembra ora che il risultato non sia lontano, ma non nel senso che ci si auspicava, anche perché non si sono creati più spazi per l'imprenditoria privata al Sud, mentre li si sono compressi pure al Nord; e ora iniziamo a vedere le conseguenze.

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