"Il bilancio europeo non ci convince"

Il ministro Foti a Bruxelles critica il piano 2028-34: "Non c'è nessuna semplificazione"

"Il bilancio europeo non ci convince"
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Il nuovo Quadro finanziario pluriennale (Qfp) 2028-2034 dell'Unione europea parte già in salita. La proposta della Commissione von der Leyen ha ricevuto un'accoglienza tutt'altro che entusiasta da parte di molti Stati membri, Italia in testa. "È un quadro che ci convince solo molto parzialmente, anche perché avevamo auspicato una semplificazione che non vediamo e soprattutto perché questa idea dei piani Paese e del piano di partenariato nazionale regionale ci vede molto, ma molto dubbiosi per non dire contrari", ha dichiarato il ministro per gli Affari Ue Tommaso Foti, intervenendo al Consiglio Affari generali a Bruxelles. Roma insomma non nasconde le sue perplessità, convinta che dietro la retorica della flessibilità si nasconda in realtà un irrigidimento della macchina burocratica. Di visione più costruttiva, pur non senza distinguo, è il giudizio di Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione, che è intervenuto nel dibattito tentando di abbassare i toni. "Il bilancio Ue è migliorabile, integrabile, è una proposta. Inizia il confronto con gli Stati membri e con il Parlamento", ha detto ricordando i due pilastri rivendicati dalla Commissione: maggiore flessibilità e maggiore semplificazione.

Secondo i dati pubblicati dalla Commissione, l'Italia sarà il quarto beneficiario delle risorse europee nel prossimo settennato, con 86,6 miliardi di euro complessivi dal piano di partenariato nazionale e regionale. Meglio faranno solo Polonia (123,3 miliardi), Francia (90,1) e Spagna (88,1) che però è destinataria di un taglio del 20% delle risorse. In particolare, Roma potrà contare su 78,3 miliardi di euro per l'allocazione generale, 2,9 miliardi per sicurezza, affari interni e migrazioni e 5,4 miliardi dal Fondo sociale per il clima.

Ma è sul fronte delle nuove spese che emergono le maggiori criticità per l'Italia. Il bilancio presentato da Bruxelles prevede 131 miliardi per difesa e spazio, cinque volte l'attuale dotazione. Applicando la quota media di contribuzione italiana al bilancio Ue, pari al 12,8%, il conto per l'Italia ammonterebbe a circa 16,8 miliardi in sette anni, 2,4 miliardi all'anno contro il mezzo miliardo attuale. Un incremento di oltre 13 miliardi rispetto al ciclo precedente, in linea con l'ambizione della Commissione di rafforzare la sovranità strategica europea.

L'altro capitolo che promette scintille riguarda le nuove risorse proprie. "Dobbiamo stabilizzare i contributi nazionali e capiamo che non è il momento di aumentarli. E l'unico modo di essere ambiziosi per finanziare le nuove priorità è con risorse proprie ambiziose", ha ribadito il commissario europeo al Bilancio, Piotr Serafin. Bruxelles guarda in particolare al sistema Ets sul mercato del carbonio, al Cbam sulle importazioni inquinanti e alla nuova tassa Core, applicata non su chi produce in Europa ma su chi vende. Tra le ipotesi circola anche l'estensione della tassa sui pacchi spediti nell'Ue da paesi extraeuropei. Infine, Bruxelles conferma la volontà di aumentare anche le entrate attraverso strumenti apparentemente marginali ma simbolicamente significativi: la tariffa Etias per l'ingresso nell'Ue passerà da 7 a 20 euro

Sul fronte agricolo, Serafin ha cercato di rassicurare gli Stati.

"I 300 miliardi per i pagamenti diretti agli agricoltori non sono un tetto alle risorse che possono arrivare alle aree rurali, sono la base, è una garanzia. I pagamenti diretti resteranno al livello attuale, non ci sono tagli", ha spiegato. Ma le organizzazioni agricole restano convinte che le risorse della Pac siano destinate a diminuire.

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