La bimba cristiana torna a casa (salvata da un giudice islamico)

La piccola, costretta a studiare l'arabo, affidata alla nonna «Nell'ambito familiare contano etnia, religione e cultura»

Erica Orsini

Londra La bimba cristiana affidata dal comune londinese di Tower Hamlets a una famiglia islamica è tornata a vivere con la nonna. Il polverone sollevato nei giorni scorsi da un articolo del quotidiano britannico Times evidentemente è servito a qualcosa e ieri un giudice musulmano, Khatun Sapnara, ha disposto che la piccola potesse lasciare i genitori affidatari per riunirsi alla nonna.

Il magistrato ha dichiarato che era nel miglior interesse della bambina vivere con un membro della sua famiglia d'origine che potesse prendersene cura, garantire il suo benessere e soddisfare le sue necessità «in termini di etnicità, cultura e religione». Il giudice ha inoltre ordinato al Comune competente di avviare un'inchiesta urgente sulle problematiche sollevate dal Times aggiungendo che il giornale aveva agito in modo responsabile nell'affrontare questioni «molto preoccupanti» e di «legittimo pubblico interesse».

Il Times aveva portato all'attenzione dell'opinione pubblica il dramma di questa piccola, tolta alla famiglia naturale per motivi ancora sconosciuti, e affidata per ben due volte a famiglie affidatarie islamiche che non parlavano inglese e l'avevano costretta a seguire le rigidissime regole imposte dalla loro religione. In base al rapporto di cui il giornale era venuto in possesso e al racconto di un amico di famiglia, la bambina già turbata dalla separazione dai genitori, era terribilmente sotto stress perché costretta a vivere in un ambiente estraneo e ostile. Quando il Times aveva comunicato a Tower Hamlets la sua intenzione di raccontare la storia, le autorità locali avevano tentato di bloccare la pubblicazione contattando proprio il tribunale di famiglia di East London e dicendo al giudice Sapnara che alcuni documenti riservati erano stati trafugati e che la diffusione della notizia sarebbe stata un oltraggio. I loro sforzi a quanto pare sono stati inutili. Non solo lo stesso giudice a cui si erano rivolti ha immediatamente ordinato che la piccola fosse tolta alla famiglia affidataria, ma ha anche fatto riammettere in aula il reporter del Times al quale inizialmente era stato proibito di assistere all'udienza.

Rivolgendosi ai legali che rappresentavano Tower Hamlets Sapnara ha detto che la sua preoccupazione principale era «il benessere della bambina». «Sarete d'accordo con me nel ritenere che la priorità dovrebbe essere il suo inserimento in un ambiente che soddisfi le sue necessità', sotto il profilo etnico, culturale e religioso?», ha detto il giudice a Kevin Gordon, rappresentante dell'autorità locale. Questi ha annuito spiegando che nel momento in cui la bimba era passata sotto la responsabilità del Comune non c'erano famiglie affidatarie bianche disponibili.

La richiesta della famiglia naturale di consentire alla bambina di andare a vivere con la nonna era rimasta in sospeso per alcuni mesi fino a ieri. Il giudice ha sottolineato che la decisione non è stata determinata dal coinvolgimento dei media in questo caso, bensì dal fatto che è stato dimostrato che la nonna è la persona più adatta a occuparsi della piccola. Fino a quando il futuro della bimba non verrà definitivamente stabilito, la bambina continuerà ad incontrare regolarmente la madre in presenza di un supervisore dei servizi sociali.

Il giudice ha inoltre chiesto di avere copie del rapporto in cui un dipendente dei servizi diceva di aver notato che la piccola era infelice e stressata a causa della nuova sistemazione. Tower Hamlets ha ripetuto di aver sempre agito nell'interesse dei bambini preferendo in ogni caso affidarli a un membro della famiglia laddove fosse possibile.

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