Roma Delitto di Piedimonte San Germano. Crolla il padre del piccolo Gabriel, strangolato da Donatella Di Bona. L'alibi di Nicola Feroleto, 48 anni, fermato venerdì notte, non regge. Troppe le contraddizioni e le bugie raccontate ai carabinieri. Omicidio volontario in concorso l'accusa. Interrogato di nuovo dal sostituto procuratore Valentina Maisto, Feroleto scoppia a piangere. «Non ero lì, se fossi stato presente l'avrei fermata» le prime dichiarazioni dell'uomo. Preciso nella descrizione della giornata, passata in gran parte con Donatella e il loro bambino. Troppo preciso. »Alle 7 del mattino siamo andati a fare l'iscrizione per il medico di famiglia. Ma c'era fila e siamo andati via. Poi abbiamo fatto altri servizi». Quali? Scena muta. Eppure Feroleto dichiara di aver lasciato la madre del piccolo Gabriel alle 13,30. E solo alle 17,25, preciso come un orologio svizzero, da villa Santa Lucia, frazione dove vive con la sua famiglia, torna in località Volla per incontrare di nuovo Donatella.
«Alle 17 ero in farmacia a prendere un medicinale con mio figlio - racconta - e l'ho lasciato lì. Il tempo di scendere e ho trovato la strada bloccata». Sono 8 chilometri: in automobile ci vogliono pochi minuti, non mezz'ora. L'uomo, trasportatore di professione, mette a verbale: «Qualcuno mi spiega che è successo qualcosa di terribile a Donatella. Una disgrazia». A quel punto, lasciata l'auto, Nicola Feroleto si avvicina a casa della donna e scopre che il piccolo è a terra, morto. Entra anche lui nella gazzella dei carabinieri verso l'ospedale di Cassino dove i medici rilevano i graffi sulle braccia della 29enne. Un superteste, però, fin dal primo giorno ricorda di aver visto i tre insieme. Donatella, Gabriel e Nicola. L'ipotesi? I due avrebbero avuto un diverbio. Gabriel, spaventato, avrebbe iniziato a piangere. Immediata quanto violentissima la reazione della donna. Una mano sulla bocca, un braccio stretto attorno il collo. Nicola non avrebbe fatto nulla per fermarla. O peggio ancora, avrebbe avuto parte attiva nell'omicidio come ipotizza la Procura di Cassino. Assieme, poi, avrebbero concordato la versione dell'investimento da parte di un pirata della strada.
Una storia, del resto, che ha retto non più di un'ora. «A seguito di incessante attività investigativa gli inquirenti eseguivano il fermo disposto dal pm, che condivideva interamente il probante quadro accusatorio delineato nei confronti di Nicola Feroleto, per l'omicidio del figlio Gabriel di 2 anni perpetrato in concorso con la madre del piccolo Donatella Di Bona sottoposta anch'essa a fermo» la nota della Procura.
Ieri pomeriggio Feroleto è stato ascoltato per la seconda volta nel carcere di Cassino. Per chiarire la sua posizione spiega il suo legale, l'avvocato Luigi D'Anna.
«Non si è ancora reso conto di quello che è successo, continua a ripetere la sua versione e io non ho motivo di non credergli» dice. Proseguono i rilievi del Ris nell'abitazione messa sotto sequestro e il resto della famiglia, l'anziana nonna, la madre di Donatella, Rocca, e l'altro figlio, Luciano, sono stati accolti un albergo del posto.
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