Birra, l'amica dell'estate Ecco sette consigli per degustarla al meglio

Conservarla, versarla, spillarla, consumarla Ogni stile e tipologia richiede delle accortezze

Birra, l'amica dell'estate Ecco sette consigli per degustarla al meglio

Birra, sette passi per il paradiso. O almeno per un purgatorio molto dissetante. Partiamo dai consigli di Assobirra, a cui abbiamo unito alcune nostre esperienze e idee per spiegarvi come godere al meglio una bevanda che il 77 per cento degli italiani consuma, ma che molti ritengono erroneamente qualcosa a cui prestare poca attenzione. E invece no.

1. Occhio allo stile.

Gli stili birrari sono fondamentalmente tre. Le lager, a bassa fermentazione, che sono le più diffuse - pulite, leggere, rifrescanti - e a loro volta possono essere European light lager (tra cui le diffusissime Pilsner), American light lager, German amber lager, European dark lager e Bock. Le Ale, alta fermentazione e sapori intensi (tra esse Pale Ale, Ipa, Stout e Weizen). Le Lambic a fermentazione spontanea, davvero particolarissime.

2. Conservazione.

Per non alterare le caratteristiche organolettiche le birre devono essere conservate in verticale, al fresco e in penombra, evitando sbalzi di temperature, scossoni, la luce diretta. E poi: badate alla data di scadenza (già: la birra scade) e dopo averla aperta bevetela entro pochissimi giorni.

3. Temperatura.

La birra non va servita ghiacciata perché la temperatura troppo bassa anestetizza le caratteristiche organolettiche. In genere vale la regola per cui più aumenta il grado alcolico più aumenta la temperatura di servizio. Birre chiare e leggere vanno servite tra i 5° e i 9°, le Weizen tra gli 8° e i 10°, le Bitter Ale a 12° e quelle di abbazia a 15° gradi. In ogni caso guardate la schiuma: se è poca probabilmente la birra è troppo fredda, se è troppa forse la birra è tiepida.

4. Bicchiere.

Ogni birra ha il bicchiere giusto. Sbagliarlo vuol dire perdersi l'80 per cento del piacere. Tutti i bicchieri devono essere di vetro trasparente, per «gustare» anche la schiuma e il colore. Per le Lager e le Pils usate il calice a tulipano, che evita di far traboccare la schiuma. Per le birre aromatiche, come quelle di abbazia, meglio la coppa mentre la tradzionale pinta, a forma di cono rovesciato, si presta ad accogliere le Ale, con poca schiuma. Il classico boccale va bene per le Lager bavaresi perché ne rispetta la temperatura, mentre il flûte si presta alle birre particolarmenti frizzanti.

5. Spillatura.

Prima di versare la birra sarebbe meglio bagnare il bicchiere con acqua fredda per evitare lo choc termico e permettere alla schiuma di rimanere compatta senza attaccarsi al recipiente. Per formare la giusta quantità di schiuma (che è bella ed evita l'ossidazione) all'inizio il bicchiere va tenuto obliquo a circa 45 gradi e va riempito lentamente, poi va riportato in posizione verticale.

6. Degustazione.

Il bicchiere è pieno? Bene, portatelo verso la bocca (e non viceversa) e fate in modo che il liquido scivoli sotto la schiuma, che viene trattenuta dal labbro superiore. Inoltre la birra va degustata a grandi sorsi, per coprire uniformemente il palato e mettere in funzione il maggior numero di papille gustative. Inoltre è importante tenere il bicchiere dal basso per non scaldarlo.

7. Etichette.

Ed ecco infine tre birre per l'estate 2019. La Bavaria Anniversary Superpremium, una elegantissima pillsner prodotta dal birrificio di Lieshout, nei Paesi Bassi, per celebrare i 300 anni di vita e che è realizzata con sette ingredienti di primissima qualità di (due varietà di malto d'orzo, un malto d'avena, un malto di frumento e tre luppoli, il Cascade, il Columbus e lo Spalt Select) per ricordare le sette generazione della famiglia Swinkels, titolare dell'azienda. La giapponese Asahi Super Dry, dal gusto cosiddetto «karakuchi», pulito, secco, rinfrescante e per questo perfetto per l'abbinamento gastronomico.

E un'italiana: la Nastro Azzurro Sardegna, un'edizione limitata prodotta interamente con malto d'orzo delle zone di Villamar e Villasor, in provincia di Cagliari, grazie al coinvolgimento di oltre 30 agricoltori locali.

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