L'accordo tra Mediaset e Vivendi vuole rivoluzionare il panorama europeo di media e tv. L'unione tra le due società è una scommessa sul futuro, quando Internet diventerà fondamentale sul fronte della distribuzione dei contenuti grazie anche alla crescita della rete a banda ultralarga. Il gruppo italiano e quello francese hanno deciso di unire le forze per far fronte alla potenza di fuoco dei cosiddetti «Ott», le società nate e cresciute in rete: come Netflix, la tv via Internet che ha 70 milioni di abbonati, ma anche Google, Amazon e Apple che non disdegnano affatto il mercato dei video. L'accordo sarà su tre livelli: pay tv, contenuti e distribuzione. Certo la pay tv dei francesi, Canal Plus, e quella degli italiani, Mediaset Premium, non sono proprio in grande forma ma le sinergie che si potranno sviluppare e la possibilità di vendere contenuti in Italia e Francia potrebbero rivitalizzare i conti. L'idea principale è, infatti, la costituzione di una piattaforma per la distribuzione dei contenuti partecipata da entrambi i gruppi ed aperta comunque ad altri soggetti. Dentro la piattaforma confluiranno attività come Infinity di Mediaset, che permette di vedere film pagando un abbonamento mensile in Italia e Spagna, e Watchever, che fa la stessa cosa per Vivendi in Germania. L'idea è ovviamente quella di arginare la strapotenza di Netflix ma anche di Sky sul fronte della distribuzione e della creazione dei contenuti, dove entrambe le società sono ormai fortissime grazie alla loro presenza internazionale. E, infatti, l'ultimo tassello dell'alleanza è quello più importante sui contenuti dove sarà realizzata una nuova struttura che metterà insieme le diverse anime dei due gruppi. Mediaset possiede la casa di produzione cinematografica Medusa, mentre Vivendi non solo è titolare di Universal Music ma anche di importanti produttori di videogiochi come Ubisoft e Gameloft. Il fronte dei contenuti è quello più «caldo» e vitale dove il patron di Vivendi, Vincent Bollorè, aveva annunciato investimenti importanti per rivitalizzare Canal Plus. Tanto che la controllata Studiocanal, produttore e distributore europeo di film e serie tv, ha accelerato lo sviluppo nelle fiction (settore in cui è già presente con le controllate Tandem in Germania e Red Production Company in Inghilterra) con l'acquisizione di partecipazioni in tre società di produzione: il 33% di Bambù Producciones in Spagna e il 20% delle inglesi Urban Myth Films e Sunnymarch Tv.
Il gruppo ha inoltre deciso di lanciare, con il marchio Studio+, la prima offerta globale di serie premium per smartphone, destinata in particolare ai «millennials», cioè i giovani dai 18 ai 35 anni che, nati col cellulare in mano, non hanno intenzione di rinunciarvi neppure per vedere la tv. Su questo fronte la scommessa, ma anche il mercato potenziale, è enorme dato che gli utenti di smartphone sono due miliardi nel mondo.
Mediaset confluirirà in un network globale di pay tv che ha già basi in Francia, Polonia, Africa, America Centrale ed Estremo Oriente.Qui si potrebbero concretizzare intrecci anche con i canali di Telecinco, la controllata di Mediaset in Spagna completando la rete di sinergie e interessi su cui, ormai, non tramonta mai il sole.
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