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Da Blair a Hollande al re di Amazon. L'intreccio tabloid, donne e potere

Il caso più emblematico travolse il gruppo Murdoch nel 2011

Da Blair a Hollande al re di Amazon. L'intreccio tabloid, donne e potere

Rupert Murdoch lo ha ammesso davanti a una Commissione parlamentare a Londra: lui a Downing Street entrava dal retro. Così gli chiedevano i primi ministri che lo invitavano, da Tony Blair a Gordon Brown a David Cameron. Era una strategia perché le visite dell'editore di Times, Sunday Times e del tabloid più letto del Regno Unito, il Sun, non dessero troppo nell'occhio. Ma era anche la prova che il magnate fosse di casa. Poi l'idillio si è interrotto con lo scandalo intercettazioni che ha scoperchiato il vaso di Pandora dell'intreccio tra informazione, politica e affari, più spesso declinato nella sua formula pop: tabloid, potere e donne. Una triangolazione pericolosa. Come dimostra la denuncia esplosiva di Jeff Bezos, fondatore di Amazon, proprietario del Washington Post e uomo più ricco del mondo, contro il tabloid National Enquirer vicino al presidente Donald Trump, che lo ha ricattato, avendo in mano sue foto compromettenti, dopo aver pubblicato gli sms intimi di lui con la nuova fiamma Lauren Sánchez. Scandali che entrano nel cuore delle nostre democrazie. E le fanno tremare.

Non è un caso che per arginare i rischi di finire in pasto alla stampa scandalistica e avvicinarsi al quarto potere del magnate Murdoch, che sta anche dietro all'informazione di qualità del Times e di Sky, l'ex premier David Cameron se ne andasse a cavallo con la «pupilla» dell'editore ed ex direttrire dei suoi tabloid, Rebekah Brooks (oggi Ceo di News UK) mentre nel frattempo assumeva Andrew Coulson, l'ex direttore del poi defunto News of The World, come suo addetto stampa. E non è un caso che qualcosa di simile, anche se nelle segrete del palazzo presidenziale, abbia fatto più di recente la première dame Brigitte Macron usando come consulente Mimi Marchand, regina del gossip e fondatrice della più grande agenzia di paparazzi francese, la Bestimage. Anche se lei ha sempre negato, «la Mata Hari della stampa popolare» (come è stata ribattezzata) è considerata l'ombra che si annida dietro al più recente scandalo politico-sessuale di Francia, la relazione sentimentale clandestina del presidente François Hollande, le cui foto in scooter sul settimanale Closer mentre andava a trovare l'allora amante e oggi compagna stabile, l'attrice Julie Gayet, fecero il giro del mondo compromettendo definitivamente la sua carriera politica.

Ma è soprattutto il Tabloidgate che ha investito l'impero Murdoch, portando alla chiusura del News of the World nel 2011, lo scandalo che più di ogni altro nella storia recente ha fatto emergere il marcio e i rischi pubblici e privati delle relazioni pericolose tra i big della politica e dell'editoria. Un caso di scuola quello inglese. Durante il quale, a colpi di rivelazioni, furono travolte carriere e vite. Fu allora che si scoprì non solo delle cene frequenti e aristocratiche tra i big della politica e i burattinai dietro ai giornali che nel frattempo spiavano indisturbati vip, ministri e membri della Casa reale. Fu allora che venne fuori tutto il pruriginoso, compresa la relazione extraconiugale di Rebekah Brooks con Coulson, durante il primo matrimonio di lei e la decisione successiva di ricorrere a una madre surrogata per avere figli. Si scoprì anche che Tony Blair, in gran segreto, aveva fatto da padrino a una delle figlie di Murdoch e della terza moglie Wendi Deng. Fino a che il magnate non chiese il divorzio dopo aver saputo del tradimento di lei con l'uomo politico che aveva protetto e ammirato e che ospitava, ignaro, nelle sue ville e nei suoi yacht. Blair ha sempre negato. Ci pensò lo Squalo a far arrivare ai giornali le confessioni lasciate da Wendi su un foglio: «Quanto mi manca Tony. È così affascinante, ha un corpo così bello. E le sue gambe...

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