Si forma nuovamente l'asse tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle. Questa volta i due partiti dell'ex maggioranza giallorossa hanno fatto sponda comune sul tema della giustizia: la commissione Giustizia della Camera ha respinto con 25 voti contro 19 la richiesta di Forza Italia che chiedeva di allargare il perimetro della riforma penale inserendo anche l'abuso di ufficio e la definizione del pubblico. Una decisione che ha mandato su tutte le furie il partito azzurro, ora sul piede di guerra per quello che si ritiene essere "un passo indietro sulla strada della libertà".
Lo ha definito così Antonio Tajani: "Quando, come oggi, si decide sulla giustizia il centrodestra è unito. Ma si ricostituisce anche un asse giustizialista guidato da Pd e M5S". Il coordinatore nazionale dei forzisti si è detto molto preoccupato per il fatto che bloccare gli emendamenti sulla Pubblica amministrazione "danneggerà sindaci e amministratori pubblici ingolfando i tribunali". Anche il senatore Maurizio Gasparri ha puntato il dito contro dem e grillini: "Hanno voltato le spalle al territorio con un gesto sprezzante e arrogante".
Torna l'asse giustizialista
Forza Italia aveva chiesto in commissione Giustizia a Montecitorio di allargare il perimetro della riforma del processo penale "per farci carico dei problemi concreti con i quali ogni giorno si trovano ad avere a che fare i sindaci e i pubblici amministratori, continuamente esposti a possibili indagini o a procedimenti giudiziari". Gli azzurri, insieme a Lega e Fratelli d'Italia, hanno provato a portare avanti la battaglia in Parlamento ma la maggioranza si è divisa e la richiesta è stata respinta.
Per Roberto Occhiuto una cosa è chiara: "Quando si vuole intervenire a favore del garantismo o del giusto processo, solo il centrodestra è pronto ad affrontare in modo responsabile questi delicati e importantissimi temi". Il capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati ha sottolineato la rinascita dell'asse giustizialista tra Pd e M5S, registrando un passo indietro nel percorso che porterà alla riforma della giustizia. "Se ne ricordino in futuro i sindaci e i pubblici amministratori, quando rischieranno di finire a processo o condannati per fatti che esulano dalla loro responsabilità personale. Solo il centrodestra ha dimostrato di volersi far carico dei loro problemi", ha aggiunto Occhiuto.
"Hanno tentato il sabotaggio"
Dall'altra parte sono iniziati i festeggiamenti. Federico Conte, componente della commissione Giustizia di Montecitorio in quota Liberi e uguali, è soddisfatto per la compattezza con Partito democratico e Movimento 5 Stelle che ha "salvato la riforma Cartabia dal tentativo del centrodestra di affossarla". Stefano Ceccanti, capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali alla Camera, brinda su Twitter: "Lega e Forza Italia hanno tentato di sabotare la riforma Cartabia rinviandola a settembre. I gruppi Pd, M5S, Italia Viva, Coraggio Italia hanno battuto il rinvio. Venerdì testo in Aula".
Adesso in ballo c'è l'intesa sulle modifiche al testo di riforma del processo penale e sugli emendamenti, al centro del dibattito tra governo e partiti che compongono la maggioranza.
L'auspicio di Mario Perantoni, presidente della commissione Giustizia della Camera, è che "la mediazione arrivi entro il 29". Anche se va sottolineato un dato di fatto inequivocabile: "Sarà difficile che si arrivi a una seduta prima di domani pomeriggio perché ci sono delle difficoltà tecniche".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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