Mandate a letto i bambini, arriva Beppe Grillo. Il fondatore piomba a Roma e pernotta all’Hotel Forum, ma prima dà una lezione ai parlamentari, alle 17 i deputati, alle 18 e 30 i senatori. Insieme al comico, tornano le parolacce. «Sono il garante, non sono un coglione», dice. Applausi, anche dagli eletti contiani che negli ultimi giorni si sono lamentati per le ingerenze del vecchio leader. Nell’auletta dei Gruppi i grillini battono le mani al patriarca. Grillo è incontenibile. Dedica un passaggio al ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, che definì «uno dei nostri»: «Se continua così è un bagno di sangue...». Poi è uno show molto poco soft su Giuseppi. «Conte deve studiare e imparare cos’è il Movimento», affonda un garante in forma smagliante, che poi a tarda serata sente al telefono proprio l’ex premier. «Grillo stavolta il Maalox l’ha dato a Conte», dice al Giornale un parlamentare in estasi. E d’altronde lo dice anche Beppe di essere «gasato». Conte resta in silenzio e continua a trattare sullo Statuto. Si pensa a un accordo tra garante e capo politico, in modo da concordare le uscite tra i due sui temi più divisivi e identitari per il M5s. Grillo mette anche il cappello sul nuovo simbolo, con la dicitura sul 2050. Nessun riferimento, come previsto, al cognome dell’ex presidente del Consiglio. «Beppe si è ripreso il Movimento ancora una volta», spiega un altro parlamentare. «Sullo Statuto siamo a tre quarti del lavoro», annuncia Grillo assicurando che «entro 2-3 giorni lo presenteremo, insieme a Conte». C’è spazio per le parole al miele all’indirizzo di Luigi Di Maio, definito «uno dei ministri degli Esteri più bravi della storia». Mentre infilza Rocco Casalino, sul cui ruolo si era scatenata la polemica nelle ultime settimane. «È bravissimo sulle tv, ma si deve rapportare anche con il garante, non solo con il capo politico», dice del portavoce dell’avvocato di Volturara Appula. Grillo blocca i tentativi contiani di fare del M5s quel «partito personale» di cui hanno paura un po’ tutti i parlamentari. Gli eletti attendono con ansia la deroga al limite dei due mandati, che però potrebbe essere limitata a un gruppo di big piuttosto ristretto. «Io sono per i due mandati, farei anche una legge ma lo metteremo al voto degli iscritti», spiega Grillo, marciando di fatto una distanza con le tentazioni partitiche del nuovo corso contiano. «A Conte avevamo detto di prendere lo statuto e di farlo evolvere, di partire dal nostro statuto. Lui invece ha preso due avvocati e ha scritto un'altra cosa - rivela Grillo in assemblea - Me lo ha dato e mi ha detto di non farlo leggere a nessuno. Io l'ho letto e tante cose non andavano». Le parole che smorzano la polemica con Conte sono più che altro di circostanza. «Con lui stiamo facendo un lavoro straordinario, è il suo momento». Di fatto si apre la strada a una diarchia per il futuro del M5s. Nessun Movimento di Conte, anzi l’avvocato dovrà fare i conti con le irruzioni del fondatore. C’è chi non esclude contrasti futuri tra i due. In una resa dei conti che, a questo punto, è solo rinviata a data da destinarsi. «Ormai non si fidano più l’uno dell’altro, il rapporto è compromesso», sintetizza un deputato alla seconda legislatura. «Io sono il custode di una storia da cui non si prescinde», avverte il garante. Lui e Grillo, con tutta probabilità, si incontreranno a cena all’Hotel Forum. Ma il blitz del fondatore rassicura anche Mario Draghi e il Pd di Enrico Letta.
Grillo ha messo la faccia sull’attuale governo e spegnerà le voglie di Conte di mettere in difficoltà l’ex governatore dea Bce. E anche i dem sperano nel garante per evitare le fibrillazioni. L’avvocato del popolo italiano è commissariato dal guitto genovese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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