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Blitz di Orlando sul lavoro: terremoto nel governo

Nuove tensioni nella maggioranza. Confindustria e centrodestra contro il blocco dei licenziamenti che il ministro Orlando aveva tentato di prorogare fino ad agosto

Blitz di Orlando sul lavoro: terremoto nel governo

Nuove tensioni nella maggioranza. Ieri, in Consiglio dei ministri, si è consumata l'ennesima frizione sul tema del blocco dei licenziamenti.

Il ministro del Lavoro Andrea Orlando, sostenuto da tutta l'ala giallorossa dell'esecutivo, aveva inserito nel decreto sostegni-bis una che prorogava il blocco dei licenziamenti nella grande industria al 28 agosto. Un provvedimento che aveva fatto sobbalzare Confindustria tanto che, dopo una serie di telefonate frenetiche, il premier in persona è dovuto intervenire per risolvere quello che sembrava stesse per diventare un vero incidente diplomatico col mondo imprenditoriale italiano. Alla fine si è trovato un compromesso che prevede che dal primo gennaio torneranno in vigore le regole ordinarie, che impongono agli imprenditori di pagare fra il 9 e il 15 per cento del contributo. Per le piccole e medie imprese, invece, viene confermato il blocco fino al 31 ottobre.

Ancora una volta il governo si divide: da una parte la componente giallorossa che difende Orlando e dall'altra l'ala moderata di centrodestra che difende le ragioni del mondo delle imprese. Secondo la sottogretaria del ministero del Lavoro Tiziana Nisini, il ministro Orlando,"ha rotto un patto con le aziende e con tutti gli attori in gioco. Era stato costruito un accordo che - spiega l'esponente leghista nel corso di un'intervista al Messaggero - durava di fatto già da un anno, con la cassa integrazione Covid legata al blocco dei licenziamenti condiviso anche da Confindustria e che le aziende, con grande difficoltà, avevano sottoscritto. In più questa deroga, inserita a sorpresa del ministro fuori sacco, mette in discussione le regole contenute nel decreto Sostegni-uno: lì si parlava di proroga di 13 settimane del blocco dei licenziamenti, vale a dire fine giugno".

Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia in Senato, spiega: ​"La proroga del blocco dei licenziamenti inserita nel nuovo decreto Sostegni dal ministro Orlando è discutibile per due ordini di motivi: c'è una ragione di metodo, perchè in una maggioranza di larghe intese nessuno può procedere con la logica del fatto compiuto; e ce n'è una di merito, perchè il pacchetto Orlando costringerebbe molte aziende a smantellare piani di ristrutturazione già pianificati da tempo". E, poi, avverte:"Il Pd non può reagire invitando chi dissente a uscire dal governo, perché questo non è più il governo Conte, e le misure cruciali come questa vanno concordate ascoltando anche la voce delle imprese". ​"Bisogna trovare un punto di equilibrio ripristinando il criterio selettivo tra grandi e piccoli e tra diversi fatturati, ma il discrimine dovrà essere soprattutto sulla diversa entità dei danni subiti nell'anno del Covid. Confidiamo in Draghi per raggiungere un compromesso rapido e convincente: i sostegni non possono restare bloccati da un'impuntatura ideologica", conclude la Bernini.

Il pentastellato Niccolò Invidia, capogruppo M5s in commissione Lavoro, invece, spiega a ilGiornale.it che "il M5S si unisce all'idea di prorogare lo stop ai licenziamenti, non per motivi ideologici. Tutti vogliamo arrivare allo sblocco, tuttavia, proprio come il ministro Orlando, prima vogliamo portare a casa una serie di riforme che riguardano sia la parte di Welfaire sia di politiche attive". E aggiunge: "Mi riferisco alla riforma degli ammortizzatori sociali, alle assunzioni nei centri per l'impiego fino a una serie di investimenti che riguardano le politiche attive presenti nel Pnr. Tutte misure che dovranno fare da cuscinetto quando arriverà lo sblocco dei licenziamenti". E conclude: "Portare subito a uno sblocco indifferenziato dei licenziamenti, così come Confindustria, senza aver messo in campo le 'riforme cuscinetto', va a creare una serie di situazioni sociali che sarebbe preferibile evitare”.

Il vicesegretario del Pd Giuseppe Provenzano, su Twitter, scrive senza mezzi termini che"è in corso un inaccettabile attacco personale al Ministro Andrea Orlando da parte di parte del mondo confindustriale e dalla Lega". E, poi, chiosa: "Ieri il Sole 24 Ore ha parlato addirittura di inganno. Dove? Che chi prende Cig gratis non deve licenziare non è inganno, è un principio sacrosanto". Goffredo Bettini, tramite Facebook, commenta: "La proposta di Andrea Orlando è improntata all'equilibrio e alla giustizia sociale. La reazione di Confindustria è irresponsabile e riaccende il conflitto sociale.

Irresponsabile perché durante la pandemia hanno ottenuto tanto".

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