Cronache

Il "Blue Whale" a Como Due ragazzine salvate dal gioco della morte

Per la prima volta i carabinieri fermano chi si ferisce per sfida. Allarme in tutta Italia

Il "Blue Whale" a Como Due ragazzine salvate dal gioco della morte

L'onda mortale di «Blue Whale» è arrivata anche in Italia. Il gioco dell'orrore, che in Russia in sei mesi ha portato al suicidio 130 adolescenti, si sta diffondendo rapidamente.

Ieri le mamme di due ragazze che frequentano le medie nell'Erbese si sono accorte che le figlie si erano causate tagli alle braccia e si sono rivolte ai carabinieri. Gli investigatori hanno accertato che entrambe avevano come «contatto» una coetanea di Trieste, che le guidava via internet ed è ora finita al centro delle indagini.

Blue Whale è una macabra spirale, una sfida autolesionistica guidata da folli che si fanno chiamare tutor e contattano gli adolescenti attraverso profili falsi o anonimi, invitandoli a cimentarsi in 50 prove, di pericolosità crescente, a cui non possono sottrarsi, pena una serie di ritorsioni. E un gradino dopo l'altro i giovani si incidono la pelle, sono costretti a farsi selfie in situazioni pericolose, fino a restare svegli tutta la notte davanti a film horror. L'ultimo step porta alla morte: dopo aver scelto il palazzo più alto si lanciano nel vuoto, filmandosi o facendosi filmare dagli amici mentre muoiono. Una follia che secondo il Comitato Scientifico della Fondazione sulle Neuroscienze Brf avrebbe già interessato in qualche modo duemila ragazzi italiani, mentre il sostituto commissario Marco Valerio Cervellini, della Polizia postale, conferma una cinquantina di casi e due fascicoli aperti da differenti Procure. Uno riguarda una tredicenne di Pescara che, dopo essersi sentita male a scuola, ha raccontato di essere già ad uno step avanzato del «gioco».

Purtroppo è l'emulazione il pericolo più grande. La Procura di Torre Annunziata sta seguendo la storia di un sedicenne, che aveva iniziato il viaggio verso «the end» dopo essere rimasto suggestionato da un servizio su Blue Whale in tv. Fortunatamente nonni e amici hanno capito la sua ossessione e l'hanno fermato. A Lucca, invece, una ragazzina si era incisa su un braccio la scritta «f 57» e stava cercando disperatamente quello che viene definito un «tutor» per essere accompagnata nel macabro percorso insieme a una coetanea di Montecatini Terme.

Doppio falso allarme, invece, a Roma. Nel primo ad allertare la polizia era stato uno dei gestori di telefonia mobile che aveva letto un sms di un adolescente, che annunciava di aver superato di tutte le fasi e di essere pronto al suicidio. Ma si trattava di uno scherzo fatto a sua insaputa da un amico mentre era tra i banchi di scuola. Più drammatica la storia di un ragazzo che, per attirare l'attenzione, ha fatto credere ai familiari di essere a un livello avanzato del gioco, mostrando l'immagine della maledetta balena sul suo braccio.

Ma era disegnata e non incisa sulla pelle e ora, con il consenso dei genitori, è stato portato in un centro specialistico per accertamenti.

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