Boccia spera nei grillini Ecco perché resterà deluso

Il presidente di Confindustria dice «Di Maio uno di noi». Dalla Tav all'export, è un flirt autolesionista

Boccia spera nei grillini Ecco perché resterà deluso

Il presidente della Confindustria Boccia si genuflette e dice che Di Maio «è uno di noi» perché spera in qualche beneficio fiscale in più nel Decreto Crescita che li ha limati. Ma si tratta d'un piatto di lenticchie: per giunta solo ipotetico. Infatti chi suona la musica nel governo non sono più i Cinque stelle ma è la Lega, che non è affatto d'accordo su questa operazione che danneggia i suoi elettori delle piccole e medio piccole imprese e l'intero sistema produttivo nazionale. Le lenticchie non ci saranno. E l'abbraccio di Boccia è autolesionista, per i soci della Confindustria, che già deve registrare la perdita di consenso delle imprese che non hanno gradito la sua politica consociativa, targata Marcegaglia, con la trimurti sindacale a guida Cgil. Quella che ha indotto la Fiat a stracciare la tessera confindustriale, per poter fare i contratti aziendali decentrati, orientati alla produttività.

Basta scorrere l'elenco delle cose che sostengono i vari Di Maio per capire che ciò che dice Boccia è contro natura, per i suoi associati, giovani o anziani a Nord e Sud. Il decreto Dignità crea grandi danni alle imprese, ponendo balzelli e ostacoli ai contratti a tempo determinato, senza beneficio per quelli a tempo indeterminato, dato che è la loro combinazione che crea competitività. Sicché ostacolando la gamba sinistra, si impaccia anche la destra. La politica d'avversione alle grandi opere genera la flessione della crescita del Pil in un periodo in cui occorrerebbe sbloccare quelle in corso come la Tav. Oltreché generare una diminuzione della domanda interna e dell'occupazione, riduce la produttività, la capacità di esportare, l'innovazione tecnologica che dipende in parte dalle grandi opere e in parte dalle spese militari ed aerospaziali.

Il decreto sblocca cantieri, togliendo la regola del «silenzio assenso della pubblica amministrazione» alle richieste di autorizzazione delle imprese, non li sblocca, specie nel caso di lavori importanti. Il reddito di cittadinanza, forse Boccia non lo ricorda, poteva essere un sussidio alle imprese che assumono e addestrano i neo assunti, come era stato proposto, ma è rimasto puro assistenzialismo. Il patto colla Cina danneggia le nostre imprese con una concorrenza sleale e ci crea difficoltà con gli Usa che cosi ci penalizzano per il nostro export. I 5 stelle sostengono una politica dirigista per le imprese locali in particolare per l'acqua e la gestione dei rifiuti. La Cassa depositi e prestiti sta diventando una nuova Iri. L'ostilità dei 5 stelle al sistema bancario danneggia la nostra economia di mercato. La tassazione delle auto a gasolio e il sussidio alle elettriche danneggia la nostra industria dell'auto.

La rinuncia del ministro della Difesa a nuovi investimenti danneggia la nostra industria aeronautica. Il disastro libico a gestione Conte-5 Stelle, danneggia la nostra politica energetica. L'elenco può continuare. Ma quello fatto basta e avanza per bocciare l'abbraccio di Boccia.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica