Bocciata l'idea di Conte per restare al comando: no al rinvio delle nomine

Una volta terminata la spartizione, gli alleati potrebbero dargli il benservito. E così il presidente del Consiglio pensa ad un rinvio

Bocciata l'idea di Conte per restare al comando: no al rinvio delle nomine

Scadono i mandati triennali di presidente, amministratore delegato e consiglieri di Eni, Enel, Poste, Terna, Leonardo, Montepaschi per citare solo alcune delle aziende partecipate dallo Stato. Nel dl Cura Italia era stata inserita una norma che dava la possibilità di rinviare le nomine dei vertici delle partecipate pubbliche in scadenza in primavera, lasciando in carica i cda attuali. Poi tutto è saltato perché il Tesoro ha bisogno dei dividendi che quelle aziende stanno per distribuire.

In agenda, per martedì prossimo, è segnato un incontro tra il premier Giuseppe Conte e il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, poi il presidente del Consiglio vedrà gli esponenti della maggioranza. La tornata delle nomine innescherà una vera guerra di potere tra dem e grillini. Come riporta Dagospia, Conte ha provato a buttare sul tavolo di governo l'idea di una proroga di sei mesi. Il motivo? Una volta terminata la spartizione, gli alleati potrebbero dargli subito il benservito. Fatte le nomine e terminato il lockdown a maggio, il premier potrebbe non trovare più posto a Palazzo Chigi. Così Conte prova a prendere tempo cercando di rinviare tutti i suoi problemi. Chi gli sta sempre vicino ha rivelato: "Un giorno si fa forza della sua carica, il giorno dopo si preoccupa fino all'eccesso. Forse sente che il bivio si avvicina".

Dall'Ufficio legislativo di palazzo Chigi è stato ribadito che le norme di legge devono essere in linea con le norme statuarie delle società. E intanto lo scontro nella maggioranza si è aperto. Come ha spiegato il Corriere, i grillini, non potendo toccare gli amministratori delegati, mirano a tutte le presidenze. Intanto, i renziani chiedono un rappresentante in ogni azienda. E i democratici vorrebbero modificare a proprio vantaggio le quote di potere stabilite quando nacque l'esecutivo. In particolare, il Partito democratico vuole la conferma di tutti gli amministratori delegati a partire da Alessandro Profumo a Leonardo e Claudio Descalzi all'Eni. I 5 Stelle vorrebbero mettere alla porta quest'ultimo nome e con loro si è schierato anche Matteo Renzi che pensa alla nomina di Francesco Starace, attuale ad di Enel. Ma per grillini e renziani non ci sarebbe molto da fare: Descalzi sembra essere intoccabile.

Stefano Donnarumma, uomo stimato sia dal Pd che dal M5S, attualmente ai vertici di Acea potrebbe invece sbarcare a Terna. Per quanto riguarda Poste, non rischierebbe sorprese Matteo Del Fante, attuale ad e direttore generale: il suo nome sembra convincere proprio tutti.

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