Nasce perdendo subito un pezzo, Sinistra italiana. Ieri se ne è andato Arturo Scotto, che ieri ha lasciato il partito annunciando la sua decisione al congresso fondativo di Rimini. Se ne va dunque il capogruppo alla Camera, portandosi dietro una parte dei deputati (nei giorni scorsi si è detto di 16 parlamentari, cifra tutta da verificare), che non si è lasciato convincere né dal segretario in pectore Nicola Fratoianni né dalla presidente dell'assemblea di Montecitorio Laura Boldrini, che nei giorni scorsi era stata presente alla presentazione del Campo progressista di Giuliano Pisapia e che si propone come «federatrice» della sinistra («doveroso da parte mia fare il possibile per facilitare il dialogo fra le sue tante anime», ha detto). «La scissione che a me fa più paura - ha spiegato Boldrini - è l'allontanamento dalle persone, mi auguro che i partiti, le forze politiche, capiscano la necessità di ricollegarsi alle persone che non vanno più a votare o che votano per protesta».
E proprio durante l'intervento di Scotto, che guarda con interesse a quel Pisapia bocciato in partenza da Fratoianni, è arrivato al congresso di Si Michele Emiliano, pronto a lasciare il Pd. Per il presidente della Puglia il quadro politico va cambiato radicalmente: «Non possiamo continuare ad essere alleati dei nostri avversari politici», riferendosi ai centristi che sostengono con il Pd il governo Gentiloni.
In precedenza sul palco era intervenuto l'ex leader della Cgil Sergio Cofferati, che ha invitato Si a impegnarsi nella lotta per il ripristino dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Oggi
giornata conclusiva del congresso con il leader di Possibile Civati, il sindaco di Napoli De Magistris, Vendola, Fassina e D'Attorre. Poi le votazione delle mozioni e la proclamazione di Fratoianni alla guida del partito.
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