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Boldrini, Saviano e Kyenge: quei buonisti amici delle Ong

Difendono l'invasione indiscriminata e il business collegato. E questa volta se la prendono coi magistrati

Boldrini, Saviano e Kyenge: quei buonisti amici delle Ong

Ormai è uno scontro senza quartiere. L'emergenza immigrazione ha da sempre diviso l'Italia: c'è chi vorrebbe chiudere le porte, chi è propenso a un flusso controllato e poi c'è chi sostiene un'accoglienza indiscriminata in nome di una solidarietà ipocrita. Ci sono ancora altre sfumature perché la frammentazione è il nostro paradigma. Ma vogliamo soffermarci sul caso Ong e sull'ondata di migranti che con troppa facilità sbarcano ogni giorno. Le indagini della procura di Catania e i resoconti di Frontex hanno portato alla luce una vicenda ambigua. Qualche organizzazione non governativa, cioè di quelle che in questi mesi si impegnano per andare a prendere e salvare i migranti nel Mediterraneo, sarebbe in contatto diretto con gli scafisti e, su loro indicazione, andrebbe a recuperare a colpo sicuro le orde di disperati sulle carrette del mare. Se le indagini delle magistratura andranno in porto, con i riscontri necessari, potremmo avere delle sorprese inquietanti.

D'altronde, non è un segreto che l'immigrazione sia un business miliardario, ma quello che lascia basiti è la reazione del mondo buonista, il quale, prima ancora che la procura termini il suo lavoro, si mette l'elmetto e imbraccia il fucile difendendo l'operato delle Ong. Quello che fa ridere è che questi difensori d'ufficio sono gli stessi che ogni giorno, quando le inchieste giudiziarie sono rivolte verso altri, strepitano ribadendo sempre lo stesso concetto: lasciamo lavorare in pace i magistrati. Chissà perché questa volta la procura non possa lavorare in pace ma venga addirittura bacchettata da questi soloni del diritto un tanto al chilo.

Ormai è nato il partito delle Ong, che annovera un mondo ben noto agli italiani, sono quelli che difendono l'invasione indiscriminata e tutto ciò che a essa è collegato, Ong, cooperative, assistenza sanitaria gratuita e finanziamenti pubblici, requisizioni di edifici per l'ospitalità e cospicui corrispettivi per ogni immigrato assistito. Sono gli stessi che parlano di razzismo e xenofobia ogni volta che qualcuno protesta o cerca di mettere freno alla politica suicida delle porte aperte. La lista è lunghissima, ma vale la pena citare alcuni di questi paladini, che vogliono cancellare l'identità dei popoli europei e che si sono distinti in questi tempi.

Il segretario generale del partito, la ducessa sarebbe il termine corretto, è Laura Boldrini, pure presidenta della Camera. La signora Laura, che nessuno scorda per la sua lotta buonista nel favorire l'ondata migratoria, non ha dubbi e senza alcun riscontro assolve tutti: «Ong finanziate da trafficanti? Salvare le vite in mare è un dovere, chi non lo fa commette un reato - ha detto - Andare a buttare questa ombra su chi salva vite umane, senza avere evidenze, è una cosa grave e irresponsabile». Per fortuna che lei invece le evidenze le ha. Il partito guidato dalla Boldrini ha numerosi esponenti, anche nel mondo ecclesiastico, come monsignor Domenico Mogavero, che guida la diocesi di Mazara del Vallo ed è soprannominato il vescovo dei migranti. Certo, non è più un prestigioso rappresentante dopo che sul suo capo pendono due indagini per truffa, abuso d'ufficio e appropriazione indebita.

A sostenere il partito si è aggiunto anche il premier Paolo Gentiloni, secondo il quale, l'attività delle Ong è preziosa e benvenuta. «Ci sono traffici? La magistratura indagherà. I volontari che salvano vite umane sono benvenuti». Un posto di rilievo nella nomenclatura multibuonista e multietnica spetta all'ex ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge. «Le Ong compiono da anni un lavoro di grandissima importanza. Se non ci fossero loro i morti sarebbero molti di più». Peccato che i numeri dicano il contrario, ma lei non può sapere tutto, non le serve. Dobbiamo inoltre registrare la nuova adesione al partito dello scrittore Roberto Saviano. La sua apertura all'immigrazione non è nuova, ma la sua discesa in campo a favore delle Ong sì, anche se non è chiaro quanto il suo intervento sia a favore delle organizzazioni o sia contro l'esponente 5 Stelle Luigi di Maio, con il quale ha avuto una lunga schermaglia, dopo che il vicepresidente grillino della Camera ha definito le Ong dei «taxi del mare». Saviano accusa Di Maio di «intransigente cattivismo» e di essere uno che «i migranti li vorrebbe in fondo al mare».

Un bel duello a distanza, anche se desta meraviglia la posizione dei grillini che, solo due anni fa con l'europarlamentare Ignazio Corrao, si facevano immortalare a bordo della Phoenix del Moas.

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