Bollette, ecco un altro miliardo. Il Garante boccia lo sciopero ma Cgil e Uil non si fermano

Il Cdm porta a 3,8 miliardi lo stanziamento per calmierare i rincari. I sindacati confermano: in piazza il 16.

Bollette, ecco un altro miliardo. Il Garante boccia lo sciopero ma Cgil e Uil non si fermano

Un miliardo in più contro i rincari delle bollette. È la somma che si «libera» dagli anticipi di spesa approvati ieri dal consiglio dei ministri con un decreto ad hoc. Vengono disposti «anticipi» da 1,4 miliardi per incrementare i finanziamenti a Rfi per le infrastrutture ferroviarie nazionali, ci sono poi 1,85 miliardi per l'acquisto di vaccini nel 2021 e 49 milioni aggiuntivi per le forze dell'ordine per lo svolgimento dei maggiori compiti connessi all'emergenza sanitaria. Questo consentirebbe di aumentare a 3,8 miliardi lo stanziamento totale per le bollette, dopo che in manovra sono già stati previsti a questa voce 2 miliardi, a cui si aggiungono 500 milioni dal tesoretto fiscale e altri 300 secondo l'intesa già siglata in consiglio dei ministri. C'è la necessità «impellente di intervenire sugli aumenti di luce e gas. Ora dobbiamo decidere come intervenire materialmente», trapela al termine della riunione. «Un altro miliardo per calmierare l'aumento delle bollette per cittadini e imprese: le risorse in legge di bilancio per raffreddare i rincari energetici arrivano a 3,8 miliardi. Uno sforzo senza precedenti, che si somma a quelli già effettuati nel corso dell'anno e che consentirà alle famiglie italiane di affrontare con maggiore serenità i mesi che ci attendono. La manovra economica di fine anno migliora ulteriormente, e ciò rende ancora più difficile comprendere le ragioni dello sciopero generale proclamato da Cgil e Uil», dice il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini.

E sulla mobilitazione generale contro la manovra finanziaria proclamata da Cgil e Uil il 16 dicembre è ora il garante ad alzare il cartellino giallo. Il presidente dell'autorità garante della commissione di garanzia per gli scioperi, Giuseppe Santoro Passarelli, ha mandato un richiamo alle segreterie generali delle due sigle sindacali. Chiede di fatto un rinvio dell'iniziativa perché ci sarebbero violazioni per i comparti Igiene e Poste. Viene contestato «il mancato rispetto del periodo di franchigia» per i lavoratori addetti ai servizi di igiene ambientale e servizi alla collettività e «il mancato rispetto della regola della rarefazione oggettiva» secondo cui è necessario che con riferimento ai singoli servizi pubblici essenziali intercorra un intervallo di almeno dieci giorni per evitare di incidere sulla continuità del servizio. Il garante invita «a riformulare la proclamazione dello sciopero in conformità alla legge». Cgil e Uil tirano dritto: «Lo sciopero sarà effettuato nel pieno rispetto delle norme». Ma voci interne della Cgil stigmatizzano l'operato del segretario: «Non conosce nemmeno i regolamenti».

Dopo giorni di silenzio e le plastiche divisioni all'interno del centrosinistra sulla mobilitazione, interviene anche il segretario del Pd Enrico Letta: «I sindacati fanno il loro mestiere. Lo sciopero generale? Non me l'aspettavo. Si è realizzata la più grande riduzione di tasse sul lavoro mai fatta prima. Io ritengo che la legge di Bilancio che il governo ha presentato, che è stata aggiustata e sarà migliorata in Parlamento, sia una legge equilibrata per il Paese, interviene su temi sensibili come la non autosufficienza». Il leader della Cgil Maurizio Landini tiene la linea: «Ho la sensazione che la maggioranza e il sistema dei partiti non si stanno rendendo conto, e lo dico con giustificato motivo, della reale situazione sociale delle persone nel nostro Paese». Per il segretario della Lega Matteo Salvini «è inspiegabile.

Tutti per la prima volta, e come Lega mi prendo una parte di merito, pagheranno l'anno prossimo meno tasse e quindi indire uno sciopero generale mi sembra veramente un gesto di irresponsabilità. Non so onestamente cosa vogliano in più».

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