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Bollette, si muove il governo: stop agli oneri di sistema

Già oggi in cdm la norma per evitare nuovi rincari. Ecco i balzelli nascosti: i consumi pesano solo per il 51%

Bollette, si muove il governo: stop agli oneri di sistema

Gas ed energia salgono e la bolletta lievita? Non esattamente. Il salasso in fattura è determinato infatti da una lunga serie di oneri che nulla hanno a che vedere con i consumi veri e propri. Un vasto elenco su cui il governo è pronto a intervenire, proprio per evitare l'aumento del 40% annunciato nei giorni scorsi dal ministro Cingolani. A quanto si apprende, una misura per evitare il rincaro delle bollette dovrebbe essere sul tavolo del Consiglio dei ministri in programma oggi a palazzo Chigi. Il provvedimento dovrebbe passare non da un taglio dell'Iva, come sostenevano rumors delle ultime ore, bensì dallo stop agli oneri di sistema.

Secondo l'elaborazione di Facile.it su dati Arera, a pesare sul costo finale (di una famiglia tipo che ha consumi medi di energia elettrica di 2.700 kWh all'anno e una potenza impegnata di 3 kW) sono per il 17,5% le spese per il trasporto e la gestione del contatore; per il 10,7% gli oneri di sistema; per il 12,6% le imposte; per il 7,5% la commercializzazione al dettaglio e per il 51,7% i costi di approvvigionamento dell'energia.

Ma cosa comprendono questi famosi oneri di sistema? Si tratta di alcune voci specifiche: Asos (oneri generali relativi al sostegno delle energie da fonti rinnovabili e alla cogenerazione CIP 6/92) e Arim (rimanenti oneri generali). Fino al 1 gennaio 2018 le componenti erano: oneri nucleari, incentivi alle fonti rinnovabili, agevolazioni per il settore ferroviario, ricerca di sistema, agevolazioni alle industrie energivore, oneri per il bonus elettrico, promozione dell'efficienza energetica, e benefici spettanti agli enti locali che ospitano impianti nucleari.

Per quanto riguarda le imposte, si tratta delle accise (legate al consumo) e dell'Iva che per le utenze domestiche è del 10%, e per le utenze non domestiche al 22%. Esiste poi una voce minima legata al canone tv.

Discorso analogo si può fare per il gas, anche se le percentuali variano: il 4,68% sono gli oneri di sistema (costi di commercializzazione, il recupero oneri di morosità per gli esercenti e il bonus gas); il 16,16% è imputabile alla gestione del contatore; il 35,6% alle imposte che in questo caso sono accise e Iva come per l'elettrico, ma anche l'addizionale regionale. Tutte variano in base al gas consumato e l'addizionale regionale varia a seconda dell'amministrazione. L'Iva per gli usi civili è pari al 10% per i primi 480 mc/anno consumati, e al 22% su tutti gli altri consumi e sulle quote fisse.

Tra le altre spese in bolletta abbiamo poi per il 37,3% l'approvvigionamento e per il 6,2% la vendita al dettaglio.

Ieri il presidente M5S Giuseppe Conte ha proposto che gli oneri di sistema siano pagati con le tasse seguendo il criterio di progressività. C'è poi l'esempio della Spagna di agire sulle imposte, ma anche sui profitti dei produttori. Ipotesi che fa paura al settore: ieri Enel ha sofferto in Borsa perdendo il 5% a 7,02 euro.

«Da un lato - spiega Mario Rasimelli, Managing Director Utilities di Facile.it - si potrebbe agire da un punto di vista fiscale sull'Iva e le accise che oggi pesano per circa il 13% del totale.

Dall'altro si potrebbe far leva sugli oneri di sistema, che oggi pesano quasi l'11%, intervenendo almeno su quelle voci che non riguardano i consumi, come gli oneri destinati alla copertura dei costi per le attività di smantellamento delle centrali nucleari o quelli rivolti a coprire le agevolazioni tariffarie per il settore ferroviario».

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