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Bollette alle stelle, nuova lite sull'energia nucleare

Altre tensioni Germania-Russia-Ucraina. Cingolani rilancia l'atomo, i Verdi: golpe energetico

Bollette alle stelle, nuova lite sull'energia nucleare

La Russia minaccia di chiudere i rubinetti del gas se a Mosca farà più freddo, la Germania minaccia il no al gasdotto North Stream 2, la Bielorussia minaccia di interrompere il transito per le sanzioni paventate dall'Europa. E mentre l'Italia litiga ancora sul nucleare e cerca di raggranellare qualche miliardo per sterilizzare l'aumento delle bollette nel 2022, il prezzo del gas si impenna (ieri +11%), avvicinando lo spettro del lockdown energetico. «Al Covid non si aggiunga il rischio di buio e freddo», sintetizza Matteo Salvini. Un bel pasticcio.

Secondo il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani (nella foto) «il nucleare non produce CO2», e Greta Thunberg sarà contenta. «Ma la verità è che a questi prezzi - confessa un trader di gas che preferisce rimanere anonimo - qualsiasi fonte energetica è più conveniente». Secondo Nomisma la bolletta per l'energia potrebbe crescere del 17%, mentre il gas del 50%. A occhio siamo a +136 euro per la luce ed a +679 per il gas, totale 800 euro all'anno. «Magari - dice ancora il trader - ieri ho chiuso contratti a prezzo fisso a 180 euro per mille kw a fronte di un prezzo a gennaio a 311 euro. L'anno scorso li chiudevo a 43 euro...». Dunque il rischio stangata c'è già, e lo sanno bene alcuni imprenditori che al Giornale denunciano aumenti consistenti in bolletta, come conferma il centro studi Fiscal focus di Antonio Gigliotti. Ci sono aziende indietro di sei mensilità, ci sono società di vendita che saltano per morosità e tutti questi costi finiscono nei famosi «oneri di sistema» che il governo di Mario Draghi si è impegnato a «sterilizzare» con i 3,8 miliardi di euro messi a disposizione nella legge di Bilancio per calmierare gli aumenti del primo trimestre 2022 («intervento da replicare», chiede il presidente dell'Autority Arera Stefano Besseghini). «Si può fare di più», promette Salvini, che plaude alla scelta di Cingolani di voler tornare al nucleare. Insorgono i Verdi, che parlano di «golpe energetico». «Non si può blaterare di transizione ecologica senza prima avvisare la Russia», dice al Giornale un esperto di energia con decenni di esperienza alle spalle. «E d'altronde, abbiamo anche deciso di dire no alle auto a diesel e benzina. Bene. Ma senza nucleare dove prendiamo l'energia elettrica che servirebbe? E poi già oggi il 15% di energia che consumiamo arriva dall'atomo francese». Intanto alle scorte dell'Europa mancano 6,5 miliardi di metri cubi di gas rispetto all'anno scorso. «E con il meteo che annuncia un inverno spietato nel Nord Europa il rischio del black out diventa sempre più consistente», commenta al Giornale un operatore di una multiutility italiana. «Le centrali termoelettriche stanno consumano molto più gas perché ha piovuto poco - aggiunge - la produzione idroelettrica stenta». Il quadro è preoccupante. Alla faccia delle promesse sul CO2, le centrali a carbone sono pronte a ripartire, da Civitavecchia a Brindisi e La Spezia. D'altronde, le cosiddetti fonti rinnovabili come eolico e fotovoltaico sono intermittenti, e vanno comunque garantite con delle scorte, che non ci sono. E se a Mosca nevica di brutto, la guerra è persa.

Lo hanno capito (tardi) anche Napoleone e Hitler. Lo capirà anche l'Europa?

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