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Bologna, la piazza negata a Salvini: in mano a drogati e antagonisti

Piazza Verdi a Bologna è stata negata al centrodestra come luogo per la chiusura della campagna elettorale. Ma da anni è abbandonata nel degrado

Bologna, la piazza negata a Salvini: in mano a drogati e antagonisti

Piazza Verdi a Bologna è questa. È quella che sono costretti a sopportare abitanti e commercianti, studenti, turisti e cittadini. Piazza Verdi è da anni sinonimo di degrado, abbandono, occupazioni dei centri sociali, manifestazioni non autorizzate, scontri con la polizia. E poi ancora droga, barboni accampati sotto i portici. Abusivismo, furti e violenze (guarda il video). Ma il questore e il sindaco hanno pensato che invece di "ripulire" la piazza, sarebbe stato meglio negare al centrodestra e a Matteo Salvini di utilizzarla come luogo per chiudere l'infuocata campagna elettorale di Bologna. Così da ieri i centri sociali l'hanno occupata e oggi saranno schierati 200 agenti delle forze dell'ordine per evitare scontri tra antagonisti e sostenitori del leader leghista.

La piazza del degrado tolta a Salvini

Chi vive a Bologna lo sa. E chi non lo ammette fa finta o è ideologico: Piazza Verdi è una zona franca. La polizia fatica a far rispettare la legge, quella legge che gli stessi centri sociali hanno definito "illegale". Sì: a Bologna è la "legge ad essere illegale". Non chi abbandona migliaia di bottiglie in terra ogni sera, nonostante i tre grossi bidoni a nemmeno cinque metri di distanza. Non chi bivacca all'ingresso del teatro comunale, che fa provar vergogna ad una città che si definisce "la dotta". Non chi aggredisce la ragazze, non chi vende coaina, eroina e marijuana. Non chi si accoltella, chi provoca risse, chi vende bottiglie di birra illegalmente e a un prezzo che manda in rovina gli affari dei commercianti della zona. "Illegale è la legge", in Piazza Verdi. "Illegale" è Matteo Salvini, che - dice a ilGiornale.it il rappresentante dei Collettivi - "ha provocato un attacco a questa zona, antifascita, meticcia e antirazzista".

I centri sociali spalleggiati dal Pd

In realtà, tra via Zamboni e Piazza Verdi, qualcuno che comanda c'è. Sono i collettivi universitari. Per anni hanno avuto possesso di intere sale delle Facoltà, quella di Lettere viene occupata per qualsiasi motivo. Tanto da non fare più notizia. Quando nel maggio del 2013 la polizia tentò di impedire un'assemblea non autorizzata, gli antagonisti li "cacciarono" dalla piazza, costringendo la celere a nascondersi dietro i blindati. Da quel giorno è stata rinominata "piazza liberata". Piantarono anche un olivo per ricordare l'evento. Pianta che dopo pochi giorni morì d'incuria. Intanto a pochi metri, alle tre del pomeriggio, un drogato si iniettava in vena la sua dose quotidiana.

Le reazioni di commercianti e centrodestra

Ed è proprio l'incuria a procurare le reazioni di chi lavora nella zona universitaria. "Ormai - afferma Lorenzo Vrenna, commerciante - viviamo nell'insicurezza". "Sono 17 anni che lavoro qui - dice Giuseppe, che gestisce un negozio - e ormai la situazione è insostenibile". Lo stesso vale per Massimo Ebreo, che nel suo locale ha visto accoltellarsi due persone. Ha chiamato la polizia che, per ringraziarlo, gli ha fatto chiudere per 10 giorni, mentre l'accoltellatore è denunciato a piede libero. "L'area universitaria deve tornare a essere di tutti - conclude Mattia Mayol, Fratelli d'Italia - non possiamo essere ostaggio dei centri sociali".

Ma si sa: in piazza Verdi non governa la legge.

Ma chi la infrange.

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