Economia

Bomba debito al 170% del Pil. E il virus riporta l'Italia al '93

L'Ocse suona l'allarme: la ricchezza pro capite torna ai livelli di 30 anni fa. Economia a -14% se riparte il Covid

Bomba debito al 170% del Pil. E il virus riporta l'Italia al '93

L'Italia aveva ingranato la retromarcia già prima della pandemia. Con le conseguenze del Covid e del lockdown la decrescita per nulla felice è peggiorata, tanto che l'Ocse ha calcolato che a fine anno famiglie e imprese avranno perso 30 anni di progressi.

Per la prima volta l'outlook semestrale dell'organizzazione di Parigi ha preso in considerazione due scenari diversi per la crescita mondiale. E sono entrambi negativi. Uno tiene conto degli effetti della pandemia come si è manifestata fino ad oggi, l'altro calcola le ripercussioni di un possibile ritorno del virus.

Per quanto riguarda l'Italia il Pil nel 2020 subirà una contrazione che, nel migliore dei casi sarà dell'11,3%. Se ci sarà un ritorno del coronavirus è possibile che Pil diminuisca fino al 14%. Dati che fanno tornare l'Italia, come ha spiegato Tim Bulman, l'economista a capo del desk Italia all'Ocse all'agenzia Radiocor, il Pil pro capite - quindi la media che fornisce un'indicazione delle ricchezza delle famiglie in termini reali - scivolerà «attorno ai livelli del 1993». Nel 2021 «andrà un po' meglio, ma - indica l'economista - ancora sui livelli di almeno due decenni fa, cioè del 1997-98 nello scenario di una stabilizzazione della situazione».

Il Pil mondiale calerà tra il 6% e il 7,6%. Ma le nostre stime sono un po' migliori rispetto a quelle di Francia (-11,4% e -14,1%) e in parte delle stime per la Spagna (-11,1% e -14,4%). «L'Italia è entrata prima nella crisi sanitaria degli altri Paesi, ma è anche uscita un po' prima».

Anche l'Ocse prevede una ripresa a partire del 2021, più accentuata di quella stimata dall'Istat. Il rimbalzo potrebbe arrivare al 7,7% e si ridurrebbe al 5,3% nel caso di un ritorno dell'epidemia. In ogni caso il valore della produzione a fine 2021 sarà inferiore a quello ante-crisi. «La produzione industriale italiana può ripartire rapidamente dal momento in cui sono state tolte le misure di confinamento, ma il turismo e molti altri servizi si riprenderanno più lentamente, pesando sulla domanda».

Per il 2021 l'Istat ha previsto una crescita intorno al 4%. Ieri anche il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, si è mostrato da un lato più ottimista sul 2020, con un calo del Pil del 13% in caso di ritorno del virus, ma meno fiducioso su un andamento del Pil a «V»: seguirà una «ripresa lenta».

Pesanti le ripercussioni sui conti pubblici. Nel caso di un ritorno dell'epidemia, il deficit può arrivare al 12,8% del Pil e il debito potrebbe raggiungere il record storico del 169,9 per cento. Nel peggiore degli scenari, insomma, non appare lontano un aumento del debito fino al 200% del Pil. Lo scenario «ottimistico» senza nuovi contagi prevede un deficit all'11,2% e il debito al 158,2% (per scendere al 152,2% l'anno seguente). Si tratta, in ogni caso, di scenari difficili da gestire per il premier Giuseppe Conte e per il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, visto che già dal 2021 è possibile che tornino in vigore le regole previste dal Patto di Stabilità, quindi l'obbligo di ridurre progressivamente il debito pubblico e un percorso chiaro verso il pareggio di bilancio. Obiettivi difficili da raggiungere in queste condizioni.

Per il segretario generale dell'Ocse Angel Gurria questo «non è il momento di applicare il manuale delle regole, di guardare ai limiti europei del 3% e così via. Adesso si deve fare tutto il possibile per combattere il virus».

Difficile che le istituzioni europee, in particolare i Paesi del Nord del continente, arrivino alle stesse conclusioni dell'organizzazione di Parigi.

Commenti