Bomba molotov in un locale al Cairo: è strage

Forse lanciata da ex dipendenti licenziati. Non ancora esclusa l'ipotesi terrorismo

La vendetta di due dipendenti licenziati o la collera jihadista verso un locale che faceva spogliare le ragazze? Al momento viene escluda la pista del terrorismo, ma gli inquirenti egiziani stanno indagando a 360 gradi per far luce sull'assalto al night club «Al Sayyad» che ha provocato venerdì mattina la morte di 18 persone (5 delle quali sono donne) e il ferimento di altre 7. Secondo quanto riferito a Nile Television dal procuratore del Cairo Ahmed El Bakali, il proprietario del locale, Hussein Hassan Ramadan, ha accusato due suoi ex dipendenti. Si sarebbe trattato a suo dire di una vendetta a fronte del licenziamento di un cameriere e un barista, ricercati in tutto il Paese per strage, e non di un'azione di una delle tante cellule della sterminata galassia jihadista. Anche se, come riportano alcuni quotidiani locali, Ramadan non starebbe raccontando tutta la verità.Il dramma si è consumato quando al Cairo erano le 6.20 del mattino, (le 5.20 in Italia). Due uomini mascherati si sono introdotti nel locale che si trova nel lussuoso quartiere di El Agouza. I due, cacciati in un primo momento dal servizio di sicurezza dopo quello che all'apparenza sembrava un banale litigio, si sono ripresentati pochi minuti dopo armati di bombe molotov. Secondo le testimonianze raccolte tra i superstiti il commando ha lanciato verso l'ingresso i due ordigni, trasformando così il locale, che non aveva altre vie d'uscita, e i cui arredi erano tutti in legno, in una terrificante trappola per topi. Quasi tutte le vittime, dipendenti dell'Al Sayyad, sarebbero infatti decedute per asfissia e non per la deflagrazione dell'ordigno. L'attacco ha anche causato un enorme incendio che è stato domato soltanto due ore dopo.Al di là delle dichiarazioni rilasciate dal proprietario del night, al vaglio degli inquirenti, va ricordato che i locali della zona di El Agouza sono da almeno un paio d'anni nel mirino di Ansar Beit Al-Maqdes, i «Partigiani di Gerusalemme», jihadisti fedeli alleati di Al Baghdadi e protagonisti di scorribande soprattutto verso il Mar Rosso. El Agouza contende a Zamalek la palma del quartiere più occidentale del Cairo. La zona è ricca di locali notturni e di alcuni tra i principali alberghi di catene americane, britanniche e francesi. La vita mondana troppo occidentale, e la presenza di locali che organizzano spettacoli che vanno dalla danza del ventre allo strip light, sarebbero le cause scatenanti delle minacce rivolte dagli integralisti che invocano un «ritorno alla moralità».

Ironia della sorte l'assalto all'Al Sayyad è accaduto poche ore dopo l'annuncio del governo egiziano di uno stanziamento di cinque milioni di dollari per migliorare la percezione della destinazione Egitto sotto l'aspetto turistico. «Forse è improprio parlare di causa ed effetto - ha ricordato in serata il ministro degli Interni Magdi Abdel Ghaffar - ma non ci faremo intimidire».

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